XIII domenica Tempo Ordinario: il tocco che guarisce

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Il Vangelo di Marco per la sua brevità è chiamato il “libretto”. Pur nella sua forma sintetica, ha delle pagine ricche di sorprese come dimostra il capitolo V di fine giugno. Si tratta di alcuni episodi che vedono Gesù all’opera, ma manifestano anche la fede di quanti lo avvicinano.

Come Giairo, capo della sinagoga, che si getta ai suoi piedi per supplicarlo: «vieni ad imporre le mani alla mia figlioletta che sta morendo».

Lungo la strada una donna che aveva perdite di sangue da 12 anni toccò il suo mantello e si fermò il flusso di sangue; infatti diceva: «se tocco le sue vesti sarò guarita». Gesù chiede «chi ha toccato le mie vesti?»

La donna gli si gettoò davanti ed Egli disse: «figlia, la tua fede ti ha salvato, va’ in pace». La pagina di Marco sembra mettere la parola fine e invece vengono a dire al capo della sinagoga: «tua figlia è morta!»
Ma Gesù si rivolge a lui rassicurandolo: «non temere, soltanto abbi fede». Giunto a casa della fanciulla disse: «la bambina non è morta ma dorme!» e lo deridevano.

Mi sovviene un’affermazione di Benedetto XVI, che ha scritto: «il nostro tempo mette in ridicolo e derisione quanti credono in Gesù!»

Il maestro, cacciato tutti fuori, prese con sè il padre e la madre e i tre discepoli Pietro Giacomo e Giovanni, entrò in casa e disse in aramaico talità kum (fanciulla io ti dico alzati), la prese per mano e disse di darle da mangiare. Viene, a tal proposito, la preghiera della Colletta di questa domenica: «Signore ci hai resi figli della luce, fa che non ricadiamo nelle tenebre dell’errore ma restiamo luminosi nello splendore della verità».

padre Roberto Francavilla