Si è svolto nel mese di dicembre presso il Liceo Tedone di Ruvo un incontro di formazione a cura dell’associazione Legàmi sul tema della povertà educativa. L’incontro, nato nell’ambito del concorso giuridico Giornata di Formazione a Montecitorio, ha visto dialogare le studentesse e gli studenti della classe 4°A del Liceo Tedone con il signor Francesco Berardi e il signor Cosimo Colaprice, volontari dell’Emporio Legàmi.
L’Emporio Legàmi a Ruvo di Puglia nasce in pandemia per offrire un servizio gratuito alimentare ai nuclei familiari in difficoltà per la crisi pandemica.
Dopo la pandemia, l’Emporio è diventato un negozio solidale che distribuisce viveri e vestiario, donati da cittadini ed esercenti, un luogo che pone al centro la solidarietà e le relazioni, per aiutare “gli invisibili della società” non solo attraverso la distribuzione di pacchi spesa, ma anche orientando la gente a valutare consapevolmente le proprie necessità ed esigenze.
Dal dialogo tra studenti e volontari è emersa la circolarità tra povertà educativa e povertà materiale, circolarità da cui è difficile uscire senza l’intervento dello Stato e e degli enti benefici, considerato che l’impossibilità per i ragazzi di accesso alla cultura e allo sport riduce le chance di riscatto sociale.
Tra i temi toccati nel corso dell’incontro, scanditi dalle domande delle studentesse e degli studenti del Liceo Tedone, emerge la riflessione sul tempo che i volontari dedicano all’associazione e sulla tipologia di utenti che si rivolgono all’Emporio Legàmi.
«Ciascuno investe» afferma il signor Colaprice «il tempo di cui dispone, ma ciò che fa la differenza è la motivazione che sostiene l’agire, il credere nel progetto a cui si aderisce. Ci sono tanti ragazzi e tanti anziani che potrebbero donare il loro tempo ma non credono nel volontariato.»
«Ai servizi della nostra associazione» continua il signor Berardi «accedono nuclei familiari in stato di necessità; attualmente serviamo 250 famiglie, capita spesso che bussino alla nostra porta anche utenti che non riescono a soddisfare i bisogni primari della famiglia, nonostante abbiano un’occupazione, questo perché il caro vita erode gran parte dei proventi del lavoro. Proprio l’inflazione ha reso necessario rafforzare i legami tra le persone, tra chi può e chi non può e ha reso necessario espandere la rete della solidarietà tra benefattori e bisognosi. Vorrei precisare che la povertà è sempre reversibile e dalla povertà si può emergere attraverso un lavoro migliore o attraverso migliori condizioni di vita».
L’incontro a cui le studentesse e gli studenti della classe IV A e i volontari dell’associazione hanno partecipato con grande interesse è stato non solo volto a illustrare teoricamente il fenomeno della povertà, ma anche a sensibilizzare i giovani ad aderire all’associazione come volontari, per fare esperienza di cittadinanza attiva, per toccare con mano il fenomeno della povertà e per l’assunzione di nuovi stili di vita, perché, come hanno ribadito i volontari, eccessivi consumi e acquisti superflui celano il rischio di cadere in povertà.
Francesca Balsano