Sarà Natale anche nella Parrocchia Cattolica della Sacra Famiglia a Gaza, nella quale si rifugiano ogni giorno centinaia di uomini, donne, bambini e anziani; nella quale pregano ogni giorno con fede incrollabile, celebrando l’Eucaristia e recitando il Santo Rosario; nella quale la scorsa settimana sono state uccise a sangue freddo due donne da un cecchino dell’esercito israeliano e ferite altre sette persone che cercavano di proteggere tutti gli altri.
Sarà Natale anche nel convento delle suore di Madre Teresa a Gaza, sul quale nei giorni scorsi sono precipitati dei razzi danneggiando la casa, l’unico generatore di elettricità e costringendo 54 disabili lì ospitati a sfollare.
Sarà Natale per i cattolici di Gaza, i quali continuano a pregare anche al buio e senza cibo. La loro preghiera si unirà al canto degli angeli e la loro adorazione a quella dei pastori. Sarà Natale, perché sanno che Dio non può rispondere alla violenza con violenza, alla morte con la morte.
Dio sceglie di farsi ancora bambino, per dire che i massacratori dei nostri civilissimi tempi sono l’antivangelo che continua a sporcare la storia di volontà di potenza. Dio sceglie di farsi ancora bambino, per ricordare a quei cristiani indifesi che sono loro, con la preghiera, i veri operatori di pace, non gli abili politici. Dio sceglie di farsi ancora bambino, per provocare le coscienze a non scandalizzarsi della sofferenza dei crocifissi di ogni tempo, perché anche Lui è stato crocifisso per essere il primogenito dei risorti.
Sarà Natale sicuramente a Gaza, dove Dio è l’unica Salvezza. Vogliamo augurarci che possa essere Natale anche da noi.
don Giuseppe Germinario, direttore