La memoria liturgica di San Tommaso d’Aquino quest’anno cade proprio in questa Domenica [28 gennaio, ndr]. È il cuore di tre anni giubilari voluti proprio da Papa Francesco, con una lettera firmata lo scorso 19 giugno 2023. Nel 2023 si commemorano i 700 anni dalla canonizzazione, nel 2024 i 750 anni dalla morte, nel 2025 gli 800 anni dalla nascita. Faro di amore per la Verità, San Tommaso d’Aquino, come afferma proprio Papa Francesco, «è una “risorsa”, un bene prezioso per la Chiesa di oggi e del domani».
Morto a meno di 50 anni, fu definito da uno dei suoi biografi, Guglielmo di Tocco, vir miro modo contemplativus, un uomo dalla ammirevole capacità di contemplazione. La sua famiglia, i conti d’Aquino, ostacolò duramente la sua scelta di entrare nell’ordine Domenicano. Per questo, dopo aver studiato a Montecassino e a Napoli, fu mandato a Parigi, dove fu allievo di Sant’Alberto Magno e, con lui, andò a Colonia. A Parigi vi tornò come professore e da qui fu chiamato, per alcuni anni, a Roma. Inviato da Papa Gregorio X al Concilio di Lione, morì in viaggio a Fossanova nel 1274.
La sua caratteristica? Quella di essere profondamente innamorato di Dio così da cercarlo e amarlo con tutto il cuore nella preghiera, con tutta l’anima nella vita contemplativa, con tutta la mente nella ricerca teologica e filosofica, con tutta la sua forza nell’umile esercizio della carità fraterna. Tra i tanti aspetti interessanti di questa mirabile figura di santità, è bello sottolinearne almeno alcuni di incredibile attualità.
Anzitutto, un sano rapporto tra la ragione e la fede.
Lungi dall’opporsi, esse trovano il loro fine nella ricerca della unica Verità e per questo collaborano. La fede trova nella ragione uno strumento per dimostrare, chiarire e difendere le verità rivelate, la ragione trova nella fede la luce per procedere e la regola del conoscere le certezze superiori e infallibili della rivelazione. Il mistero di Dio, della Santissima Trinità e della duplice natura, umana e divina, di Cristo diventano il cuore della sua riflessione.
San Tommaso è importante anche per il suo contributo etico e politico.
L’anima, altro tema approfondito dall’Aquinate, e la società hanno come fine supremo il sommo bene, che è Dio stesso. Fondamento e obiettivo della vita personale e politica è Dio stesso. La scelta del bene, per essere autentica, deve essere libera e responsabile, sostenuta dalla Provvidenza divina. La scelta del bene non è assolutamente astratta, ma si concretizza nell’esercizio delle virtù cardinali e teologali.
Solo questo ordinamento concreto verso il bene diventa fondamento, nella società politica, della ricerca del bene comune.
Definito, come ricordava Pio XII nell’enciclica Studiorum ducem, «Dottore eucaristico», San Tommaso ha posto al centro della sua vita la contemplazione di Cristo crocifisso, la devozione alla Vergine Maria e, soprattutto, l’adorazione della Santissima Eucaristia. La carne del nostro Salvatore, partorita dal grembo di Maria e trafitta per amore sulla croce, resta prigioniera nel tabernacolo ad aspettare l’adorazione zelante di ciascuno. Basterebbero il Tantum ergo o l’Adoro te devote, inni a lui attribuiti, per sentire il suo profondo affetto per l’Eucaristia, presenza reale di Cristo crocifisso e alimento spirituale che conferisce la grazia. Nella Santa Messa noi possiamo godere attualmente dei frutti della passione e morte di Cristo che, sacramentalmente, si rendono presenti sull’altare. Che sublime mistero di amore realizza la transustanziazione del pane e del vino nel vero corpo e sangue di Cristo!
Proprio il profondo amore per Cristo ha fatto del Doctor angelicus un grande cantore e pensatore della pace. Tema oggi di grande attualità, quello della pace è presente nell’opera dell’Aquinate. La pace trova il suo fondamento in Dio, il cui nome è proprio Pace. Dove non c’è Dio, dove non regna il suo ordine e la sua signoria, non si potrà mai sperare la pace. Dalla dimensione interiore, nella quale corpo e anima devono concordare nella pace, si pongono le premesse dell’ordine sociale e universale in cui la pace può regnare solo nel rispetto della tranquillitas ordinis. Dalla coscienza personale alla relazione interpersonale, questo è il percorso della pace che trova la sua pienezza nell’amore. L’amore è la causa prima e diretta della pace.
Questo Amore, trinitario e oblativo, ha prodotto in San Tommaso il frutto della santità la quale, come afferma ancora Papa Francesco, è «caratterizzata da una particolare speculazione che non ha però rinunciato alla sfida di farsi provocare e misurare dal vissuto, anche da problematiche inedite e dalle paradossalità della storia, luogo drammatico e insieme magnifico, per scorgere in essa le tracce e la direzione verso il Regno che viene. Mettiamoci allora alla sua scuola»!
don Giuseppe Germinario, direttore