Leggi le letture della domenica
La quinta e ultima Domenica di Quaresima ci fa sperimentare di aver raggiunto quasi il traguardo dopo il percorso dal monte della tentazione a quello della trasfigurazione sino ad aver raggiunto l’altopiano della gioia. La Parola del Signore ci fa ascoltare dal profeta Geremia l’annuncio di una alleanza nuova, non come quella dei padri, quando uscirono dal paese d’Egitto… «io porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò nel loro cuore, io sarò il loro Dio, essi il mio popolo. Non dovranno istruirsi gli uni gli altri perché tutti mi conosceranno dal più piccolo al più grande».
Il Vangelo poi ci mette di fronte alla domanda di alcuni greci che dicono all’apostolo Filippo: « vogliamo vedere Gesù». Certo la visione di Lui è riservata alla vita eterna, quando lo vedremo faccia a faccia così come Egli è, ma ora abbiamo delle mediazioni che ci permettono di intravedere il Signore Gesù: sono la Parola di Dio, i sacramenti e soprattutto la carità fraterna, perché quello che facciamo al più piccolo dei fratelli Cristo lo ritiene fatto a se stesso, in quanto Lui ama nascondersi nella carne dei poveri e non ci mancano testimonianze dei santi di ieri e di oggi che l’hanno riconosciuto proprio negli ultimi degli ultimi, come madre Teresa di Calcutta, e del passato San Martino che lo riconobbe in un povero e Francesco d’Assisi in un lebbroso.
La Lettera agli Ebrei infine preparandoci alla passione del signore ci fa sapere che il Padre dà sempre cose buone ai suoi figli e anche al suo Figlio unigenito che imparò l’obbedienza dalle cose che patì con forti grida e lacrime!
Il Maestro porta l’esempio del grano che, caduto in terra, se non muore rimane solo, se invece muore produce molto frutto e in modo incalzante continua «chi ama la propria vita la perde, ma chi la odia la conserva per la vita eterna». Infine ci assicura: «quando sarò elevato da terra attirerò tutti a me». Allora in questa domenica ultima di Quaresima contempliamo il Crocifisso, perché anche noi vogliamo vedere Gesù in tutti i crocifissi della storia.
padre Roberto Francavilla