100 anni per comunicare anzitutto gratitudine!
Gratitudine nei confronti di tutti i vescovi, da Mons. Pasquale Gioia, il quale nel 1924 volle dare inizio a questo foglio di comunicazione, fino a Mons. Domenico Cornacchia, il quale con determinazione sostiene e valorizza il nostro settimanale diocesano. Gratitudine e riconoscenza verso tutti i direttori che si sono avvicendati e i tanti che, in modo diverso, hanno contribuito a rendere gustose le pagine di Luce e Vita. Questo settimanale è una perla preziosa della nostra Diocesi e bisogna rendere omaggio sincero a quanti in questi 100 anni hanno dedicato passione e impegno. Gratitudine ai lettori e a tutti gli stimatori dell’attività profusa per formare e informare.
100 anni per comunicare desiderio di crescita!
Le radici sono fatte non per essere ostentate, ma per garantire la continua crescita. La storia centenaria di questo giornale non dovrà indurci alle commemorazioni del passato o alle autocelebrazioni nostalgiche ma, come di un albero dalle radici profonde e salde, dovrà stimolarci a non aver paura di andare avanti, ad essere sicuri di voler continuare a crescere, far fiorire novità e cambiamenti, perché solo il cambiamento garantisce la sopravvivenza. Papa Francesco, nell’omelia per la celebrazione del 60° anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II, ha detto che la Chiesa lo ha celebrato «non per ammirarsi, ma per donarsi. Infatti la nostra santa Madre gerarchica, scaturita dal cuore della Trinità, esiste per amare». Anche noi, sullo stile di Papa Francesco, vogliamo celebrare questo anno speciale non per ammirarci, ma per donarci. Non sembri una forzatura affermare che, come la nostra Chiesa diocesana, così anche il nostro settimanale «esiste per amare», per offrire un servizio di amore.
100 anni per comunicare un servizio d’amore!
La finalità primaria del giornale diocesano è rendere un servizio di amore alla Chiesa locale e universale. Non solo per la dedizione da parte di chi lo realizza, ma soprattutto per l’amore che esso vuole diffondere. Amore che comunica e non s-comunica, amore che diffonde coraggio e non indifferenza, amore che annuncia belle notizie e non solo drammi, amore che cerca incontro e non s-contro, amore che interpreta in modo costruttivo gli eventi e non con disfattismo, amore che cerca dialogo e non emette giudizio, amore che si fa vicino con discrezione e non invade il limite sacro del privato, amore che accoglie e non si lamenta. Perché, come continua Papa Francesco nel discorso già citato, «superiamo le polarizzazioni e custodiamo la comunione, diventiamo sempre più “una cosa sola”, come Gesù ha implorato prima di dare la vita per noi (cfr. Gv. 17,21)». Il giornale è uno strumento di comunione che, pur garantendo la diversità di pensieri e sensibilità, non li polarizza ma vuole creare dialogo e conoscenza, per favorire così la crescita dell’amore ecclesiale. Questo amore è la nostra notizia più bella, notizia incarnata in Cristo Gesù, da annunciare al mondo.
100 anni per comunicare che Cristo è il Signore!
C’è una istanza che preme continuamente, una novità che costantemente raggiunge la nostra redazione con l’appello ad essere annunciata: Gesù Cristo. È Lui a rendere fresca ogni nostra notizia, a rendere profonda ogni nostra parola. Verbo eterno del Padre, Cristo è parola di pace e di alleanza in un mondo caratterizzato da parole di sfida e di violenza. Nessun altro ha questo annuncio, solo la Chiesa, per questo «guai a me se non annuncio il Vangelo» (1Cor 9,16). Di fronte a notizie di guerra, di violenza, di difficoltà economica, di dispersione culturale, di disastro ambientale, di difficoltà sociale, di disagio giovanile, il nostro compito è stato e continuerà ad essere annunciare che, al di là delle soluzioni storicamente contingenti, è Cristo la vera gioia e la vera felicità. È Lui la beatitudine per i poveri e i miti, gli affamati e le vittime di ingiustizia, è la Sua croce la Luce e la Vita!
100 anni di Luce e Vita!
Non mancheranno alcune iniziative per questo centenario, ma l’evento più importante sarà il continuare nell’ordinarietà e semplicità la nostra presenza sul territorio diocesano. Iniziamo questo centesimo anno sfogliando le pagine del nostro giornale, che oggi ci parla della difficile situazione in Nicaragua, dell’urgenza della preghiera per l’unità dei cristiani e per il dialogo interreligioso, del valore vero delle cose non quantificabili in denaro e, con il contributo dei nostri ragazzi, delle ultime novità del web. Varie tonalità per un’unica finalità: offrire un servizio di amore!
don Giuseppe Germinario, direttore