Si è svolto ieri, venerdì 11 ottobre, il secondo incontro del percorso a tappe Tornare a casa – le fasi della vita promosso dai frati minori cappuccini di Giovinazzo, in particolare padre Mariano Bubbico e padre Andrea Viscardi, con il contributo e l’esperienza del dott. Antonello Taranto.
La seconda “conversazione” di questa proposta formativa aperta si è incentrata sull’adolescenza. Subito il dott. Taranto, che in questi incontri è «semplicemente Antonello», ha sollecitato l’intervento dei presenti – anche ieri tanti, di cui diversi genitori di adolescenti – per far emergere problematiche, casistiche, complicazioni e possibili soluzioni.
Fondamentale il racconto di esperienze dirette, i dubbi, le paure legate ai “no” detti con difficoltà, ma necessari, possibilmente motivando, così da non imporre l’autorità genitoriale ed evitare lo scontro che porta a fratture, allontanamenti, chiusure. Si sono condivisi i timori di far trascorrere le notti fuori, nelle comitive formate da ragazzi che i genitori non sempre conoscono, in luoghi isolati per sfuggire al controllo degli adulti e avere spazi di affermazione e di azione.
È tornata l’ombra della pandemia che ha amplificato in alcuni casi malesseri e disagi, acuendo i conflitti tra genitori e figli, senza sapere bene come affrontare queste situazioni, e le fragilità degli adolescenti. Ma ci sono state anche esperienza positive, di genitori che trovano compromessi con i figli e che, se da un lato “proibiscono” con motivazioni valide, dall’altro provano ad aprirsi al mondo degli adolescenti e si fanno accoglienti ospitando, invitando, permettendo di condividere momenti e spazi (facendosi da parte e dando fiducia) e diventando, inaspettatamente e involontariamente, punti di riferimento per altri adolescenti. Ciò fa comprendere come nel periodo adolescenziale sia forte il bisogno di figure decise e autorevoli, ma non autoritarie.
Qualche genitore ha anche condiviso il tentativo di coinvolgere il figlio adolescente in alcune faccende di casa per avere più tempo insieme, per renderlo maggiormente autonomo e per fargli comprendere l’importanza del lavoro anche per la figura materna e dunque la ragione di una presenza a volte minore di come vorrebbe.
Come ha spiegato il dott. Taranto, ben vengano gli “scontri” (metaforici), le disquisizioni, le “sfide” tra genitori e figli, perché in questa fase della loro vita i ragazzi hanno bisogno di imparare a risolvere problemi e a risolversi, per testare le loro possibilità in termini di volontà, forza d’animo, competenze (relazionali, affettive, emotive). Diventa importante favorire il dialogo libero e aperto che non tenga conto dei risultati scolastici soltanto o degli impegni da sbrigare, ma che si soffermi sulle emozioni e sui sentimenti che i ragazzi vivano. Oltre alle prestazioni, ai risultati, ai traguardi raggiunti, gli adolescenti vanno accompagnati nella costruzione sana di relazioni con se stessi e con gli altri. «È nelle relazioni la soluzione» ha infatti specificato padre Mariano ed è nei contesti in cui i ragazzi si trovano (scuola, famiglia, parrocchia, palestre ecc) che vanno incoraggiati a metter fuori il meglio di loro e a condividere.
E poi sarebbe auspicabile anche un maggiore confronto tra genitori stessi, tra adulti. Ma questo sarà il focus del prossimo appuntamento: venerdì 8 novembre, alle ore 18 presso la Sala Teatro del Convento a Giovinazzo.
Susanna M. de Candia