Spunti dall’Assemblea Pastorale Diocesana

Giovedì 27 giugno si è tenuta l’Assemblea Pastorale Diocesana sul tema Come essere Chiesa sinodale in missione? presso la parrocchia Madonna della Pace, a Molfetta.

È intervenuto Gabriele Camillo, della Diocesi di San Severo, incaricato dalla Conferenza Episcopale Pugliese come delegato regionale del cammino sinodale italiano, per offrire dei punti di vista in merito al lavoro svolto nella nostra Diocesi rispetto alla fase sapienziale.

È stata l’occasione dunque per restituire il quadro della nostra situazione diocesana, a partire dalle quattro aree su cui si è concentrata l’attenzione e su cui hanno avuto modo di riflettere soprattutto don Vito Bufi e Anna Salvemini, referenti diocesani: la missione secondo lo stile della prossimità, il linguaggio e la comunicazione, la formazione alla fede e alla vita, la sinodalità e la corresponsabilità.

Nonostante le fatiche, ha sostenuto Gabriele Camillo, è possibile leggere nei documenti prodotti dalle
diverse diocesi, uno Spirito di armonia e questo dà speranza. E ha poi ricordato le tre consegne di papa Francesco all’incontro nazionale dei referenti diocesani del Cammino sinodale italiano:

  • continuare a camminare, guidati dallo Spirito;
  • fare Chiesa insieme e quindi sentirsi ciascuno corresponsabile della missione della Chiesa;
  • essere una Chiesa aperta.

C’è stato il tempo anche per condividere certe esperienze significative attuate in alcune realtà parrocchiali e per lanciare sollecitazioni per proseguire il Cammino in prospettiva della fase profetica. Ciò che è maggiormente messo in luce è la speranza che quanto emerso in questi 3 anni (due della fase narrativa e uno di quella sapienziale) non resti solo documento finale o sintesi da consegnare a livello nazionale, ma volontà di mettere in atto le proposte o le richieste fatte.

Nell’intervento finale, Mons. Cornacchia ha ribadito l’importanza di mettere al centro del nostro vivere e operare Cristo. Il vescovo si è chiesto come incarnare la Parola di Dio e ha suggerito di tendere in ogni modo a una configurazione sempre più vicina a Cristo e ha individuato alcuni punti per vivere la sinodalità come stile:

  1. comunicare in modo nuovo il Vangelo, di qui la sfida della credibilità; come diceva don Tonino, solo se saremo credibili saremo creduti. «Dobbiamo esplorare non solo il modo ma anche i luoghi, i tempi nuovi, per divenire l’edizione aggiornata del Vangelo, che è sempre quello»;
  2. ‘sinodo’ vuol dire ‘camminare in comunione a’, significa muoversi ‘da… a…’ e «quindi occorre chiarirsi l’obiettivo verso il quale dobbiamo camminare». Avere un progetto vuol dire andare verso e il nostro fine è il Signore, è il vangelo che dobbiamo riscoprire, perché ‘cristiano’ vuol dire ‘uno che somiglia a Cristo’;
  3. la profezia è il fine verso cui tende il Cammino sinodale 2024-25. «Tutti dobbiamo indossare i panni del vero profeta, uno che vive nel ‘già’ e ‘non ancora’»;
  4. vivere le tre dimensioni della comunione, partecipazione e missione (per poter realizzare la profezia), quindi lasciamoci coinvolgere dalla fantasia dello Spirito; «in qualche modo ci dobbiamo lasciar espropriare da chi ci sta vicino»;
  5. oggi il cristianesimo non è questione di quantità ma di qualità, per questo è importante parlare con la nostra stessa vita;
  6. impariamo a leggere la realtà odierna nelle sue domande e richieste, il vero educatore e formatore deve tendere a suscitare domande, più che a dare risposte. Quindi, come ricorda papa Francesco, bisogna mettere al centro la parrocchia;
  7. i sacerdoti devono essere “missionari di sinodalità”, insieme ai laici che in virtù del battesimo sono chiamati a vivere la dimensione profetica partendo “dalla porta accanto”, per questo «sforziamoci di superare l’inerzia della delega»;
  8. come sostiene il Papa, le comunità parrocchiali diventino sempre più luoghi da cui i battezzati partono come “discepoli missionari” e a cui fanno ritorno pieni di gioia per condividere le meraviglie operate dal Signore.

«Seminiamo, diffondiamo il messaggio evangelico non per proselitismo, ma per contagio, come dice papa Benedetto XVI, sia questo il modo di vivere anche il prossimo Giubileo» ha concluso Mons. Cornacchia.

E dopo la pausa estiva, ci si rivedrà a settembre per condividere le indicazioni fornite dal livello nazionale e per proseguire il Cammino pastorale e sinodale.

Susanna M. de Candia