Suggestioni marine, linee di luce, arte a portata di sguardo e orizzonte a vista. La rinnovata ex Sala San Francesco, da inizio anno denominata Spazio Padre Martini, grazie ai fondi 8xmille per la Chiesa Cattolica offre oggi tutto questo allo sguardo dei pellegrini che la visitano recandosi presso la Basilica Madonna dei Martiri.
La ristrutturazione di Spazio Padre Martini rientra negli interventi previsti per la Basilica Madonna dei Martiri per ospitare nuovi spazi per la catechesi e le iniziative formative, culturali e di solidarietà, come si evince dalla relazione dell’Arch. Angela Rossi.
Lo Spazio è stato riqualificato anche dal punto di vista impiantistico, con la formazione dell’impianto di climatizzazione e il rifacimento dell’impianto elettrico adeguati alla vigente normativa. L’intero progetto di rifunzionalizzazione del complesso parrocchiale, come specificato nella relazione, risponde non solo alla necessità di spazi idonei ma anche alla volontà di dare seguito all’analisi delle criticità e concretezza alla riflessione sul ruolo della catechesi oggi. E dunque tiene conto della persona nelle sue molteplici dimensioni (corpo, intelletto, volontà, emotività, spirito) e nella sua costante crescita.
Pertanto spazi accoglienti corrispondono alla possibilità di integrare anche persone con disabilità – attraverso appositi servizi – e allenare alla bellezza, alla condivisione e alla responsabilità comune.
L’inaugurazione dello Spazio è avvenuta il 20 gennaio di quest’anno alla presenza del vescovo Mons. Domenico Cornacchia, di fra Nicola Violante, parroco e rettore della Basilica, dell’Arch. Angela Rossi, direttrice dei lavori di restauro, e di padre Alessandro Mastromatteo, ministro provinciale dei Frati Minori di Puglia e Molise, che ha letto le note su padre Andrea Martini pervenute dalla dott.ssa Rossella della Vecchia, critico d’arte.
La figura del padre dell’Ordine dei Frati Minori, artista attivo nel secondo Novecento, è stata importante per Molfetta in quanto nel 1989 realizzò la scultura in bronzo della Madonna, posta nel piazzale antistante alla Basilica, in atto di offrire suo Figlio alla città e al mare. Un’opera imponente che rappresenta da allora un elemento distintivo della città.
Altre opere del padre erano presenti da decenni nell’attuale Spazio – allora, Sala San Francesco – e con i lavori di restauro sono state esaltate a tal punto da far assumere all’intera sala quasi il valore di uno spazio non solo ricreativo ma anche espositivo.
Queste opere, altorilievi bronzei raffiguranti alcune scene del Vangelo, sono state distribuite tra le pareti lunghe dello Spazio, dalla forma rettangolare, mentre il grande pannello de L’ultima cena è stato posto sulla parete retrostante al tavolo dei relatori.
Quella parete, precedentemente vicina alla porta di ingresso a cui si accedeva dall’Atrio dei Pellegrini, ora cela uno spazio retrostante adibito a sala attrezzi, mentre l’accesso adesso si effettua dal giardino adiacente all’Atrio, non più a uso esclusivo dei frati ma aperto alla comunità.
Nella sala, oltre a interventi strutturali effettuati sul soffitto per problemi di umidità, è stata creata una struttura concava al centro della volta, che, con il suo aspetto curvo, consente al luogo di trasmettere un senso di maggiore accoglienza.
Questa struttura, colorata di cobalto e definita da luci a led sui bordi, si inserisce in una sorta di fascia dello stesso colore che interessa anche le pareti corte della struttura.
Di particolare rilievo, la presenza di nuove aperture con vetri parzialmente smerigliati sia sul lato del giardino che sul lato della piazza. Questo fa sì che la luce naturale entri da più parti e che si possano contemplare l’orizzonte marino, il porto e il duomo di Molfetta e alcuni scorci della città vecchia.
Questa apertura visiva sulla piazza è anche possibilità e opportunità di rendere partecipi i passanti e la popolazione di quei luoghi alle attività pastorali, culturali e artistiche che si svolgono nello Spazio Martini.
Il rinnovato Spazio è una dimostrazione concreta di come i fondi dell’8xmille contribuiscano a progetti che vanno a beneficio della comunità.
E, per chi vi abbia contribuito anche con la propria firma, lo Spazio diventa uno stimolo ad avvertire la responsabilità di custodire la bellezza e la corretta fruizione dei luoghi ecclesiali.
Tante volte si frequentano chiese, saloni, oratori, spazi ricreativi annessi e luoghi simili con distrazione, mentre sarebbe compito di ciascuno averne davvero cura.
Roberta Carlucci