Luigi è tornato a Messa dal giorno di Pasqua. Erano mesi che non lo si vedeva. Finalmente, come ha detto a tutti quel giorno, tra un ‘auguri’ ed un altro, ha risolto quel suo problema al cuore. Non lo avrebbe mai immaginato. Sportivo e attento in ogni cosa, Luigi ha solo avuto la prontezza di non temporeggiare di fronte a un dolore insolito e sospetto. No, non vogliamo raccontare i dettagli di questa vicenda, sono la sua storia e noi non vogliamo sottrargliela. Quello che vogliamo raccontare, invece, è la sua reazione a questa vicenda: il suo smagliante sorriso. Se si può raccontare un sorriso!
Luigi e il suo cuore, una storia che rimane impressa al sentirla soprattutto perché ci ricorda plasticamente che la forza del cuore porta sempre con sé una duplice dimensione: sia la capacità fisica dell’organo di pompare sangue in tutto il corpo sia la sua forza emotiva e interiore.
Anatomicamente, il cuore è un muscolo cavo delle dimensioni di un pugno, situato nel torace tra i polmoni. Il cuore è capace di pompare circa 70 millilitri di sangue per battito e, in media, batte 70-75 volte al minuto, il che si traduce in circa 5 litri di sangue al minuto che circolano nel corpo. Ci stupiscono questi numeri, che sono di fatto la nostra forza costante di vita.
Ma, lo sappiamo bene, la forza del cuore non è solo fisica. Esiste anche una dimensione emotiva e psicologica della forza cardiaca. Il cuore è spesso associato ai sentimenti di amore, compassione, coraggio e perdono. La connessione tra cuore ed emozioni è evidente nelle espressioni quotidiane come “avere un grande cuore” o “essere di cuore”. Recenti studi scientifici hanno dimostrato che lo stress cronico, l’ansia, il morale basso possono avere effetti negativi anche sulla prestazione fisica del cuore, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari. Al contrario, emozioni positive come la gioia, l’empatia e la gratitudine sono associate a una migliore salute cardiovascolare.
La forza del cuore, quindi, seppure con un duplice significato, si rivela essere profondamente unitaria, sintomo della vera unità che sussiste tra il nostro corpo e la nostra anima. Curare e alimentare tanto una vita interiore serena e produttiva, quanto una vita relazionale e sociale votata alla conciliazione e al servizio gioioso contribuiscono notevolmente a una migliore qualità della vita.
Luigi è tornato a Messa perché il suo cuore, provato da un improvviso e grave scompenso, ha ripreso a funzionare regolarmente solo grazie ad altri cuori. Da un lato i cuori dei medici e dei suoi familiari. I primi lo hanno curato magistralmente, gli altri lo hanno accompagnato amorevolmente. Ma, come dice a tutti spesso, c’è un altro cuore che ha mantenuto vivo il suo cuore. È il Cuore di Cristo. Ha colpito tutti quella frase che Luigi ripete spesso: “Senza quel Cuore, quello di Cristo, io oggi sarei senza cuore”.
Quello di Cristo è un Cuore di carne, vera come la nostra, un Cuore di passione, vera come la nostra, ma anche un Cuore di amore, più grande e forte del nostro. La forza del suo Cuore è impressionante ed è al tempo stesso incoraggiante.
L’esorbitante crescita delle malattie cardiache, soprattutto tra i più giovani, come confermano le statistiche dell’Isituto Superiore di Sanità, è sicuramente sintomo della necessità di una attenzione allo stile di vita e allo stile alimentare e, ancor più, a una prevenzione costante. Ma a questo, si aggiunge anche la crescita, altrettanto esorbitante, di quanti i problemi di cuore li avvertono a livello emotivo e psicologico. Anche sotto questo aspetto, l’increscere del numero di quanti si rivolgono a terapeuti e a professionisti è un dato non irrilevante. Non da ultimo, l’evidente problema della nostra società: l’amore. Non sono pochi i casi in cui l’amore, snaturato della sua vera essenza, si trasforma in ossessione o violenza.
Per questo, l’espressione divenuta idiomatica di Luigi è forse una chiave di lettura del nostro tempo: “Senza quel Cuore, quello di Cristo, ciascuno sarebbe senza cuore”.
Non è devozionismo obsoleto il culto del Sacro Cuore di Gesù, ma una necessità sempre attuale, perchè senza Cuore si è senza vita.
don Giuseppe Germinario, direttore