Licia è da poco tornata a casa. Suo marito, Gianni, ha già preparato la cena; il martedì e il giovedì tocca a lui perché Licia ha il rientro pomeridiano, è una maestra di scuola elementare. Sono sposati da due anni e la loro vita è ordinaria e serena. Si vogliono bene e anche se il lavoro è impegnativo per entrambi, hanno saputo pian piano organizzarsi. Certo, la vita non è tutta rose e fiori, spesso la stanchezza insidia anche la serenità domestica, ma Licia e Gianni sanno subito tornare a sorridere, sanno chiedersi scusa, sanno riabbracciarsi e sentirsi una cosa sola. Hanno celebrato il loro matrimonio con fede sincera, hanno scelto di mettere al primo posto la loro vocazione matrimoniale. Da cinque mesi, poi, è arrivata un’altra bella notizia: Licia attende un bambino. Sono stati felicissimi.
Stasera, però, Licia è particolarmente silenziosa, sembra triste, o forse sconvolta. Gianni la guarda, si accorge che qualcosa non va, forse il lavoro oggi è stato particolarmente stancante o, come già altre volte, c’è stato qualche problema con la dirigente a scuola. Licia racconta spesso a Gianni le sue avventure e disavventure scolastiche. Sono da poco passate le 20.00 e la tavola è pronta, Gianni ha preparato tutto e così si mettono a cenare. La TV è accesa e va in onda il Tg della sera. Nemmeno una parola, cosa strana in quella casa in cui il dialogo è sempre fecondo, soprattutto la sera dopo una lunga giornata. Ad un certo punto Licia scoppia a piangere, si alza da tavola, corre in camera da letto.
Gianni la raggiunge. «Licia, cosa è successo» le chiede «posso aiutarti?» dice preoccupato. Le porge dei fazzoletti e dopo un po’ Licia rompe il ghiaccio: «Scusami Gianni, non voglio farti preoccupare. Ma oggi una bambina mi ha sconvolta e mentre ascoltavo il Tg sono riecheggiate alle mie orecchie le sue parole. Non riesco a non piangere». Gianni la abbraccia, le chiede di stare tranquilla e, se vuole, di confidarsi con lui. Poi silenzio. Restano insieme e la tenerezza di Gianni dà il coraggio a Licia di parlare: «Oggi Gaia, una bambina di terza elementare è venuta da me e mi ha detto “Maestra Licia ogni giorno vedo il telegiornale con papà e mamma e io voglio farti una domanda. Perché nessuno ferma quell’uomo cattivo che lancia le bombe su tanti altri bambini come noi? Perché tante migliaia di persone non riescono a fermare uno che comanda di lanciare le bombe sulle persone? Perché tutti vedono gli altri morire o scappare e fanno solo discorsi, perché è tutto distrutto e non fanno niente?” Gianni credimi» continua Licia ricominciando di nuovo a singhiozzare «la voce di Gaia mi rimbomba nelle orecchie e rivedere il Tg mi ha drammaticamente ferito».
Si riasciuga il volto. Poi riprende «E penso a mio figlio, a nostro figlio: cosa gli diremo, come giustificheremo la cattiveria e la violenza che vedrà fuori da questa famiglia? Oggi Gaia mi ha sconvolta. Ha ragione, vorrei saperlo anche io, vorrei gridare a tutti questi parolai e chiedere loro perché non fermate chi sta distruggendo una popolazione, perché avete paura anche solo a denunciare la barbarie che si sta compiendo? Perché fate gli equilibristi sui cadaveri che ricoprono la terra del Medioriente, perché fornite le armi a un omicida? Perché proclamate di difendere la democrazia e i diritti e poi tacete consenzienti di fronte ai tiranni che negano il diritto di vivere a tanti civili? Ecco perché sono sconvolta Gianni».
Ora è Gianni a non avere più parole. Abbraccia forte Licia e, dopo un bel po’, le dice «Me lo chiedo anche io, sicuramente se lo chiedono in tanti. Ma quando cominciano a chiederselo i bambini vuol dire che forse qualcuno sta davvero esagerando. Ho pensato alle parole di Gesù quando dice “Chi invece scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare”. Qualcuno dovrà rispondere davanti a Dio dello scandalo che reca a tanti e qualcun’altro del silenzio e dell’inerzia di fronte a tanta violenza». Nella loro camera da letto c’è una foto di Licia con San Giovanni Paolo II, al quale strinse la mano durante la GMG del 2000. Gianni, indicando la foto, continua: «Ogni volta che vedo nuovamente scene di violenza, riecheggiano in me le parole di questo santo Papa: “Verrà il giudizio di Dio! Convertitevi!” Allora ero ragazzino e non capivo la forza di queste parole, ma oggi mi risuonano profetiche».
Poi le accarezza la pancia, dove il loro piccolo sta crescendo per venire alla luce e aggiunge: «Noi gli insegneremo l’amore e la giustizia, gli insegneremo che la violenza è per i deboli, gli insegneremo che il Signore è sotto quelle bombe, che muore con i tanti civili indifesi, che tornerà a giudicare i vivi e i morti e almeno lui non risparmierà di fare giustizia ai poveri che gridano a lui».
don Giuseppe Germinario, direttore