Prendi una decina di simpatici cicloamatori che hanno anche più di 65 anni con punte di 75 e ancora l’entusiasmo dei ventenni; tienili insieme per un lungo fine settimana, toglili alle comodità, chiedi loro di rinunciare a tutto, portando nelle bisacce solo l’essenziale e mettili su sellini scomodi e ruote sottili sulle tracce di don Tonino, che da Alessano è giunto a Molfetta portando un messaggio di Pace e Accoglienza verso gli ultimi.
Eccoli qua, gli amici dell’AVIS cicloamatori di Bisceglie, incuranti della fatica, con le maglie stampate col messaggio dell’amato Vescovo: “Amare è… desiderare la felicità degli altri”.
Partiti il 1° maggio da Molfetta, con la benedizione di S.E. don Domenico Cornacchia, hanno percorso il Cammino di don Tonino prima fino all’abbazia della Madonna Della Scala a Noci, dove hanno fatto esperienza di vita monacale, dormendo nelle celle dei monaci e pregando come ed insieme a loro, passando da Bari, Conversano e Putignano.
Il secondo giorno, attraversando Alberobello, Martina Franca, Ceglie Messapica sono arrivati a Mesagne ammirando i meravigliosi paesaggi della Valle d’Itria. Qui hanno fatto esperienza del silenzio, passaggio fondamentale per chi davvero vuole prendere consapevolezza del valore delle piccole cose, che piccole non sono per niente.
Passando da Lecce fino a Galantina, il terzo giorno, hanno attraversato i campi degli ulivi tristemente colpiti dalla Xilella, che han ripreso a germogliare grazie alle cure e alla fiducia dei contadini, metafora dell’importanza di offrire a tutti una seconda possibilità, messaggio che don Tonino ci insegna ancora oggi, con la testimonianza di accoglienza dei ragazzi vittime delle dipendenze presso la Comunità CASA di Ruvo di Puglia altra tappa del Cammino di don Tonino.
Il quarto giorno, sempre seguendo le pennellate di bianco e celeste poste sul Cammino ad indicarlo, sono giunti a santa Maria di Leuca, il Finisterre d’Italia, dove lo sguardo si perde all’orizzonte e si resta incantati dallo spettacolo dei due mari. L’Adriatico e lo Jonio che s’incontrano, luogo magico dove si respira una bella atmosfera di apertura e superamento dei limiti.
La carovana si è poi ritrovata ad Alessano, per rendere omaggio al venerabile Vescovo, pregando intorno alla sua tomba e recitando il passo “La Pace è Cammino” e, dopo aver visitato il museo della Fondazione, timbrato le credenziali col simbolo dell’ultima tappa, han fatto rientro a casa con un pullmino attrezzato per il trasporto bici.
Sono stati giorni di vento e sole, di sete e di fatica, di momenti complicati in cui mettere insieme 10 punti di vista, non risultava facile. Eppure, gli amici dell’AVIS sono stati capaci di tollerarsi, accogliersi, accettarsi col sorriso, nonostante le divergenze. Perché il Cammino ha insegnato loro una verità fondamentale: che la pace si pratica stando fianco a fianco col fratello che è diverso da me e apprezzando le sue peculiarità come un valore aggiunto, senza avere la pretesa che tutti la pensino allo stesso modo.
La pace si conquista se siamo disposti a metterci in gioco, a crescere attraverso il confronto, ad ammettere di aver sbagliato, chiedere scusa e ricominciare. La pace nasce in un momento di ascolto del compagno, con una pacca sulla spalla e una parola d’incoraggiamento…
Che il Cammino sia stato un successo, lo si comprende dal fatto che durante il viaggio di ritorno ne hanno già programmato un altro, con tanto di tracce già scaricate e tappe organizzate. Questa volta si andrà oltralpe, in Belgio, per seguire l’amico Carlo nella traversata dell’Olanda fino al Lussemburgo.
A sentirli non si direbbe che siano quasi tutti nonni e alcuni viaggiano orgogliosamente verso gli ottanta. Eppure, il Cammino di don Tonino li ha arricchiti: tra le rughe abbronzate si legge la gioia di vivere e apprezzare la vita come un Dono, giorno dopo giorno, mettendosi al servizio dei fragili e portando in giro i semi di una Pace tanto cara al Vescovo della “Chiesa del grembiule”.
Giulio Pisani