È deceduta questa mattina, 13 giugno 2023, a quasi 89 anni la carissima Ninetta Tedone (Anna Luisa il suo nome di battesimo), dopo un lungo periodo di sofferenza, ma un ancor più lungo tempo di servizio totale alla Chiesa e al mondo. I funerali saranno celebrati mercoledì 14, alle 10 nella parrocchia S. Lucia, in Ruvo.
Anche lei, come Filomena De Ruvo, recentemente scomparsa, è un’icona del laicato ruvese militante nell’Azione Cattolica. Io l’ho conosciuta per la prima volta durante gli esami di seconda elementare, alla scuola Bovio di Ruvo dove ha insegnato per molti anni, come commissaria. Mi conosceva già perché frequentavo l’ACR di S.Giacomo e grazie a lei, complice il mio parroco, potetti partecipare ad alcuni eventi regionali e nazionali che hanno segnato la mia vita e la mia esperienza in AC. Per questo le dico grazie!
Ninetta è stata in AC da quando aveva 6 anni. «Continuo a rinnovare l’adesione, perché l’Ac cura la parte umana e spirituale degli aderenti ed è espressione di una Chiesa che si fa missione» diceva in una intervista a Luce e Vita del 13 maggio 2018. In quell’intervista ricordava il passaggio dalla diocesi di Ruvo-Bitonto all’attuale, non nascondendo sentimenti di disorientamento: «Quando ci unimmo a Molfetta, ci sentivamo intrusi, però ci siamo subito adattati e insieme abbiamo costruito percorsi condivisi. L’Ac è stata una vera palestra di formazione umana e spirituale». Fu nel passaggio alla nuova diocesi che volle inserirmi come suo viceresponsabile diocesano ACR per poi giungere alla nuova conformazione diocesana di cui diventai, anche su sua spinta, primo responsabile diocesano.
Non mancava di sostenere, di suggerire, di incoraggiare, anche nei miei anni di presidenza diocesana. Del resto anche lei aveva avuto una gioventù dinamica ricordando, ad esempio, il corso da propagandista, tra il ’60 e il ’61 e la sua presidenza diocesana a metà anni ’80. Carattere deciso, a volte intransigente, schietta nelle sue opinioni, anche severa quando era necessario. Confidava, nei momenti di dialogo, di ammettere di amare l’AC e piangere per essa quando osservava una oggettiva perdita di vigore.
Tra le sue memorie non mancavano i ricordi più personali legati a don Tonino, come anche il servizio alla scuola e all’Università Cattolica di cui è stata delegata. La sua parrocchia è stata Santa Lucia, dopo gli anni giovanili a San Domenico, e fino a quando ha potuto era presente in chiesa ogni sera, animando la liturgia con il canto o le letture, con la sua inconfondibile vocalità vibrante.
Ci sarà modo di ricordarne in maniera più precisa la vita, ma la sua testimonianza e il suo diastema, al centro del sorriso sempre disponibile, resteranno indelebili.
Luigi Sparapano
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