Si parla di Madri e Maternità nel numero odierno di Luce e Vita. L’editoriale di Elisa Tedeschi
Dedicato da tempi immemorabili alla Madonna, maggio è il mese mariano per eccellenza: la creazione stessa sembra omaggiarla con la pienezza della luminosità e la fioritura delle rose con cui Maria è di solito simboleggiata.
Metafora di perfezione, sacrificio e sofferenza, la rosa riflette nella sua natura, più di ogni altro fiore, le virtù e il ruolo salvifico della Madre di Gesù in cui si rispecchiano i volti di tutte le madri della terra in ogni tempo.
L’ordinata disposizione dei petali consente alla rosa di ricevere uniformemente la luce solare attraverso tutti i livelli di sviluppo della pianta. E ciò vale anche per la distribuzione delle foglie. Questa armonia può essere espressa in termini matematici dal rapporto aureo di Fibonacci che penetra e regola la vita di tutto l’universo.
Parallelamente, il Magnificat fa di Maria un capolavoro di perfezione, sintesi mirabile tra la Figlia di Sion d’Israele e la Donna vestita di Sole dell’Apocalisse.
In linea con la tradizione rabbinica che permetteva alle donne di frequentare la sinagoga, Maria ha conosciuto i canti delle madri d’Israele: Miriam, Debora e Anna e ne dà compimento.
Maria scopre, meditando il canto di Anna, la pedagogia di Dio che, incarnandosi in Lei con il suo “Sì”, scegliendo i “piccoli” (anawim) della Storia, si mostra misericordioso, pronto a soffrire per l’uomo che ama ed è pronto a salvare, ricreando il mondo dall’interno. Dall’uomo si aspetta solo il canto di lode.
Maria, nuova Miriam, attraverso lo stile tipico dei contrasti, manifesta nel suo canto la saggezza di Dio, ovvero coglie il proprio posto nel piano di Dio. E’ la saggia per eccellenza. Nuova Eva, collabora al dialogo che Dio ha stabilito con il suo popolo attraverso la missione salvifica di Suo Figlio prima con il “Sì “, poi intercedendo per i commensali affinchè abbiano il vino della vita e lo abbiano in abbondanza. Ma non è ancora giunto il Suo Tempo!
Sarà sotto l’albero della Croce, alter ego dell’albero della vita dell’Eden, che quel vino trasformato in Sangue e Acqua dal fianco squarciato di Cristo otterrà la Redenzione di tutti i figli dispersi d’Israele. Lì Maria riceve i figli che non ha generato, diventando Madre spirituale della Chiesa, corpo mistico di Cristo, la Vergine madre di tutti i discepoli ora fratelli di Gesù, che mai abbandonerà. Ad essi il compito di schiacciare la testa al serpente.
La donna vestita di Sole, cioè adorna della luce di Dio, soffre le doglie del parto, è perseguitata dal Drago ma è certa della sua vittoria perché protetta da Dio.
Il sacrificio e la sofferenza di Maria, cioè e di ogni madre, sono rappresentati dal profumo e dalle spine della rosa. In essa si riflettono i mille volti di madri che oggi vedono i propri figli lontani dalla fede, inglobati nei giri viziosi delle tante idolatrie del nostro tempo, nelle stragi notturne dei giovani sulle strade, nel rifiuto della vita sin dal suo concepimento, nelle lotte fratricida di guerre, negli attentati alla Creazione, nella produzione e uso di armi, nell’allontanamento dall’Eucarestia.
Ecco la ragione per cui ogni donna può riflettersi nel volto di Maria, sia essa sposa o sterile, perché la Sua è una maternità fisica e spirituale. La duplice natura della sua maternità consegna ad ogni donna la possibilità di scelta con un compito particolare: quello di essere “saggia”, di fidarsi e di riuscire a comprendere il piano di Dio per lei e poi di cantarne un inno di lode.
Auguri a tutte le mamme!
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