La quarta Domenica di Pasqua è da sempre detta del Buon Pastore, per la suggestiva similitudine usata da Gesù per parlare di sé, prendendo subito le distanze dal mercenario che non è pastore e non gli importa delle pecore, le abbandona e fugge quando arriva il lupo.
Questa Domenica ci vede impegnati a pregare per le vocazioni sacerdotali religiose e missionarie, partendo dalla vocazione alla famiglia, perché quanti siamo chiamati dal Signore a servirlo nella Chiesa non siamo marziani o extraterrestri ma veniamo dal pianeta della famiglia.
Le vocazioni sono frutto di genitori che si amano e crescono e perseverano sulle ginocchia delle mamme.
Il Vangelo poi sottolinea un altro motivo di preghiera al Buon Pastore per l’unità della Chiesa: «ho altre pecore che non sono di questo recinto anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore».
Dobbiamo con amarezza constatare che, a motivo della guerra in Ucraina, proprio nella chiesa ortodossa di Mosca si è creata una frattura nel cammino ecumenico per la divisione tra il patriarcato di Mosca e quello di Kiev.
La tradizione dei Cappuccini in questa Domenica del Buon Pastore ha una singolare devozione per la Vergine Maria con il titolo di Divina Pastora, impegnata a custodire il gregge di Cristo, allusione evidente al compito di Maria nel cenacolo dopo la Risurrezione di Cristo. Infatti gli Atti degli Apostoli recitano: «erano uniti in preghiera con la madre di Gesù».
In questi tempi di precarietà vocazionale ci affidiamo a Maria e la supplichiamo di suscitare anche in tanti uomini e donne la disponibilità al servizio nei ministeri laicali, lasciando ai presbiteri il ministero della Parola, dell’Eucarestia e del perdono dei peccati. Cristo Buon Pastore custodisca il suo gregge e lo conduca ai pascoli della vita eterna.
padre Roberto Francavilla