Le nostre grandi città sono diventate multietniche. Pian piano tutte la realtà italiana è abitata da immigrati di diversi Paesi. Per quanto si continui a pensare a una cattolicità diffusa e persistente nelle nostre città del Sud, anche da noi si vanno creando comunità culturali e religiose di altre lingue come quella georgiana, romena o marocchina. Il nostro mondo si trasforma comunque, anche se noi non ci facciamo caso.
Da qualche decennio è in atto un percorso ufficiale con le altre comunità cristiane che di anno in anno culmina nell’appuntamento della Settimana di Preghiera per l’Unità dei cristiani. Il sussidio che è possibile trovare sul sito dell’UNEDI (Ufficio Nazionale per l’Ecumensimo e il Dialogo Interreligioso) è stato preparato dal Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC), – quest’anno del Minnesota (USA) – con la revisione del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei cristiani e della Commissione fede e Costituzione all’interno del CEC, va seminando e coltivando valori comuni, sanciti attraverso documenti ufficiali, come la preghiera comune per l’unità, la lotta per la pari dignità degli esseri umani creati a immagine e somiglianza di Dio. Il CEC, con sede a Ginevra, è formato da 348 chiese, provenienti per la maggior parte da tradizioni ortodosse, anglicane e protestanti, e comprende anche un certo numero di chiese pentecostali e chiese africane indipendenti. Il CEC, per le chiese che ne fanno parte, significa camminare insieme fraternamente con fiducia reciproca.
Il gruppo locale del Minnesota, già impegnato a sradicare modelli razzisti atavici, ha articolato letture, temi, musica per la celebrazione ecumenica della Settimana. Il metodo del gruppo, utilizzato nella realizzazione del sussidio, è stato quello di narrare e guarire storie nel racconto di padri e madri, uomini e donne, per un’esperienza di solidarietà arricchita da molte prospettive.
Partendo dalla realtà della disumanità di cui possono essere capaci i figli di Dio, il gruppo del Minnesota ha inteso rivolgersi ai cristiani perché sradichino le divisioni che impediscono di comprendere la verità che tutti apparteniamo a Cristo.
Il messaggio scelto dai cristiani del Minnesota è Imparate a fare il bene, cercate la giustizia (Is 1,17). Il profeta Isaia denuncia lo sfaldamento etico di ogni spazio sociale, chiamando il male con il suo nome. Come ai tempi di Isaia, si ripropongono oggi nel mondo le divisioni. La giustizia, la rettitudine e l’unità nascono dall’amore di Dio per ciascuno di noi. Ciò rispecchia Dio e come questi si aspetta che ci comportiamo gli uni verso gli altri. Pur facendo riferimento a una propria chiesa, ciascun cristiano è chiamato a scoprire il dono della comunione che genera la fraternità, da ritrovare aldilà dei confini confessionali. In molte diocesi esiste un Consiglio di chiese cristiane espressione di un clima fraterno già vissuto e collaudato con diverse forme di aiuto e collaborazione.
Attualmente viviamo una fase di stasi nelle relazioni ecumeniche. L’esperienza comune del covid19, nella nostra comune vulnerabilità, ha portato alla pubblicazione del documento congiunto del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e il Consiglio Ecumenico delle Chiese La solidarietà al servizio di un mondo sofferente.
Nella prospettiva di una solidarietà ritrovata dopo la pandemia, l’impegno religioso è fattore di unione tra le persone e non di divisione, di collaborazione per la pace, la giustizia e la salvaguardia del creato.
don Giovanni de Nicolo, direttore ufficio ecumenismo e dialogo interreligioso
Sul sito diocesano disponibile il programma degli eventi promossi dall’ufficio per l’ecumenismo e dialogo interreligioso.
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