La donna, in quanto datrice di vita, non può mai accettare e promuovere la guerra. Pertanto, se in tante zone del mondo vi sono conflitti armati in corso, questo è dovuto alla mancanza di donne nei luoghi delle decisioni politiche.
Avvenire sostiene #donneperlapace. A loro dedica questo 8 marzo, in particolare a Premi Nobel come la ex schiava yazida Nadia Murad o la paladina antimine americana Jody Williams e altre figure femminili che si spendono per la costruzione di una società più equa e libera, in cui anche la donna sia chiamata ad esprimersi e avere potere decisionale e di azione.
È nella dimensione relazionale tipicamente femminile, in quel tessere trame di vita e di amore che sta la possibilità di avere ancora uno sguardo di compassione verso l’altro e una visione di speranza su questa umanità ferita. Se l’uomo persevera nell’atteggiamento di dominio verso l’altro, la donna può ricomporre e ridonare bellezza.
E accanto alle storie e alle voci di donne audaci, il quotidiano cattolico sostiene il progetto di pace che permette di dare istruzione ad alunni ebrei e palestinesi, nella comunità Neve Shalom Wahat al-Salam, nell’unica scuola elementare.