Ho vissuto con molto interesse il percorso della Causa di canonizzazione del nostro Fondatore Don Ambrogio Grittani.
Don Totò Mileti, sacerdote della Fraternità Sacerdotale Don Grittani e vice postulatore della Causa, ci coinvolse mentre si camminava nella fase di accertamento delle virtù eroiche, in vista della dichiarazione di Venerabilità. Siamo stati più volte negli uffici della Congregazione per le Cause dei Santi. Osservavo con attenzione ogni cosa, cogliendo luci e ombre su come viene condotto un lavoro formale di studio sulla vita di un testimone di santità. Naturalmente l’aspetto che mi colpiva di più era cogliere, da parte del Prefetto, allora cardinale Angelo Amato, e del Postulatore, la certezza della santità di vita di don Ambrogio, da quanto emerso da un’indagine rigorosa compiuta da commissioni esperte. Ne uscivo sempre con una forte impressione interiore sulla vita di grazia da lui condotta.
Il 26 gennaio 2018 l’Opera ha vissuto un’esplosione di gioia alla notizia della dichiarazione di Venerabilità del Servo di Dio don Ambrogio Grittani da parte del Santo Padre. Il riconoscimento della Venerabilità, oltre che frutto dei percorsi formali della Causa di canonizzazione, è stato per noi soprattutto il dono dello Spirito riconosciuto dalla Chiesa a conferma di un progetto che viene dall’Alto. Don Ambrogio ci accompagna con il segno di una vita spesa in modo eroico nell’amore per Gesù e per i poveri!
In questi cinque anni abbiamo cercato di coscientizzare il dono-compito della Venerabilità anzitutto nei vissuti delle realtà dell’Opera, attraverso modalità corrispondenti alla sua stessa natura. L’Opera Don Grittani infatti non è una realtà che si estende e si allarga “alle folle”. L’Opera ha la natura di un cenacolo di carità, di un’ “oasi della pace”, di una “casa di tutti”, come diceva don Ambrogio. È una caratteristica che riscontriamo nelle diverse realtà: nelle comunità delle Oblate, che si prendono cura delle persone fragili, degli anziani e dei poveri e anche dei bambini della Scuola dell’Infanzia; nella Fraternità Sacerdotale, che si dedica ai poveri, ai carcerati, agli ammalati, alla direzione spirituale e sacramentale; nelle associazioni Onlus, che si occupano degli anziani sul territorio.
In questi cinque anni, dunque, abbiamo sperimentato la Venerabilità sotto varie dimensioni.
Come dono di grazia che anzitutto deve parlare alla mia vita e nella mia comunità. Credo profondamente che a fondamento ci debba essere un cammino personale di consapevolezza interiore, che apra all’ascolto di quanto don Ambrogio ci voglia dire. Un cammino condiviso nella comunità, pur con i suoi ritmi diversificati e le alternanze di ricettività e produttività. Solo quando c’è un cammino personale e comunitario, le iniziative proposte dall’esterno possono diventare incisivi germi di crescita.
Come responsabilità: mentre ammiriamo la bellezza di questo dono, ne avvertiamo la sfida! Perché sentiamo di dover rispondere alla “misura alta” della testimonianza del Venerabile con un adeguato tenore di dignità. Perché don Ambrogio, nostro padre, sia onorato col nostro amore e col nostro modo di vivere.
Come compito: che per noi consiste nella carità, quella che viviamo anzitutto tra noi e che si fa poi servizio quotidiano ai fragili. La carità è l’anima dell’Opera, dice don Ambrogio. Il suo carisma chiede di essere vissuto all’interno di strutture sociali, la cui gestione è oggigiorno complessa e assorbe tante energie, affinché il servizio sia offerto a misura della dignità della persona. Ma solo chi può leggere oltre le mura delle nostre Case potrà incontrarsi con l’ideale di don Ambrogio, anche quando passa attraverso il mistero del limite e della povertà. Don Ambrogio ci puntella nel “sentire la Casa”, il cenacolo della carità, mentre gestiamo la Struttura.
Come annuncio. Dopo la proclamazione della Venerabilità si apre il percorso verso la beatificazione, che prevede l’attesa di un miracolo sollecitato dalla preghiera e dalla diffusione della fama di santità, attraverso varie iniziative. È ciò che l’uomo può porre in atto: il miracolo invece è un mistero che è prerogativa solo del Signore. Nelle comunità dell’Opera continuiamo il nostro impegno di pregare Gesù per le mani di don Ambrogio, per aiutare i tanti che ce lo chiedono. E don Ambrogio ci accompagna con grazie e favori.
Continua anche il percorso formativo aperto a tutti, che quest’anno approfondisce il tema “In cammino tra virtù eroiche e beatitudini”. Prossima tappa sono le iniziative per il V° anniversario di Venerabilità (vedasi locandina, ndr).
“I funerali solenni richiamarono un’infinità di persone. Anch’io volli essere presente. Mi stupì e mi impressionò il dolore della gente comune, che aveva compreso come Don Ambrogio fosse sempre stato dalla parte delle ‘persone senza importanza’: i poveri, i falliti, i diseredati. Compresi chi veramente fosse stato quest’uomo. Esaltato da alcuni, spesso incompreso, talvolta umiliato. Ma amato da molti. Come un uomo inviato da Dio sulla terra, per brevi anni, per rendere testimonianza dell’umana solidarietà”. (R.O. Panunzio).
Sr. Anna Colucci, Superiora Oblate S. G. B. Labre
Luce e Vita n.5 del 29 gennaio 2023
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