Come abbiamo la Quaresima 40 giorni prima di Pasqua, così abbiamo 40 giorni dopo Pasqua, nei quali celebriamo le apparizioni e gli insegnamenti del Risorto ai suoi discepoli, al termine dei quali diciamo nel Credo ogni domenica: salì al cielo e siede alla destra del Padre. Da sempre la fede della Chiesa ha usato questi verbi per esprimere il mistero dell’Incarnazione: Cristo Gesù discese dal Cielo e salì al Cielo. L’evangelista Luca negli Atti degli Apostoli racconta questo mistero dell’Ascensione: Egli si mostrò vivo per 40 giorni apparendo a loro e parlando delle cose riguardanti il Regno di Dio. Dopo fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi.
Evidentemente questo fatto sorprese gli Apostoli, tanto che furono ammoniti: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo». Infatti nel Credo diciamo: «di nuovo verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti e il suo Regno non avrà fine». Questa festa inaugura il tempo dell’assenza-presenza di Cristo in mezzo a noi: non è più presente fisicamente perché è alla destra del Padre, ma l’apostolo Paolo nella Lettera agli Efesesini dice: «Egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri profeti, ad altri evangelisti, ad altri pastori e maestri per edificare il corpo di Cristo che è la Chiesa».
Quindi ci sono coloro che parlano di Lui, ci spiegano la Parola della verità e ci danno il pane della vita e il perdono dei peccati. L’ascensione poi inaugura il tempo della missione degli 11 apostoli (Giuda se è andato per conto suo e Mattia prenderà il suo posto): «andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura», assicurando che il Signore agisce con ciascuno e conferma la Parola con i prodigi che l’accompagnano. Del resto Gesù stesso ci garantisce: «sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo».
Nella Festa della mamma mi piace pensare che le mamme non muoiono mai, tanto è vero che nei momenti della prova e della difficoltà l’invocazione nella mente nel cuore e sulle labbra e soltanto «mamma mia!».
padre Roberto Francavilla