Leggi le letture della domenica
Nella liturgia della Parola di questa domenica emerge potentemente un’immagine molto concreta e molto diffusa nella Scrittura: quella della vigna del Signore.
La prima lettura, tratta da Isaia, e il Vangelo hanno un inizio simile: un uomo pianta una vigna pregiata, la circonda di siepi, la difende con una torre e vi pone il necessario per produrre il vino dall’uva. Il rapporto tra padrone e vigna è immagine del rapporto tra Dio e popolo eletto. In Isaia questa immagine ha un valore di critica sociale e spirituale: dinanzi ai benefici che il Signore ha compiuto per il suo popolo, ha avuto in risposta solo infedeltà e ingiustizia. Gesù, partendo dalla stessa immagine, aggiunge un terzo elemento alla scena: i contadini.
Essi sono coloro che dovrebbero amministrare la vigna perché dia frutto, ma il Signore rende evidenti le loro infedeltà. Davanti al padrone che invia i sui servi, essi si ribellano e non hanno rispetto nemmeno del Figlio del Padrone, che uccidono.
Gesù con questa parabola vuole riassumere in poche battute tutta la storia della relazione di salvezza tra Dio e il popolo eletto, Israele. I servi sono i profeti, che hanno spesso cercato di ricondurre alla fedeltà il popolo di Israele, specie i suoi capi, e il figlio del padrone è Gesù stesso, che preannuncia il suo destino. Davanti a tutto ciò però il messaggio non è di semplice punizione degli ingiusti, ma di apertura della storia della salvezza ad una nuova fase.
La croce di Cristo cancellerà per sempre la distinzione tra il popolo di Israele e le genti, chiamando tutti gli uomini e tutte le donne di buona volontà a diventare i nuovi contadini “che daranno frutto a loro tempo”. Non c’è nessuno che sia escluso dall’invito del Signore a partecipare al lavoro nella sua Vigna; solo di una cosa c’è bisogno: riconoscere che il frutto che portiamo è merito della vite vera in cui siamo innestati, Gesù Cristo.
don Marco Cantatore, diacono
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