Leggi le letture della domenica
Il vangelo di Marco non racconta l’infanzia di Gesù, ma ci presenta subito il maestro all’opera in una giornata tipo fatta di attenzione al prossimo e tempi e spazi per la preghiera. Non trovandolo, si mettono sulle sue tracce e Simon Pietro, quando lo trova, gli dice «tutti ti cercano!» ma egli risponde «andiamocene altrove, perché io predichi anche la, per questo sono venuto!»
Anche l’apostolo Paolo nella prima Lettera ai Corinti esclama: «guai a me se non annuncio il vangelo, mi sono fatto tutto a tutti per salvare ad ogni costo qualcuno». Infatti gli Atti degli Apostoli per ben tre volte raccontano la sua conversione da persecutore dei cristiani a predicatore del vangelo.
Anche l’Antico Testamento ci presenta la figura di Giobbe, famoso per la sua proverbiale pazienza: «egli è come lo schiavo che sogna l’ombra, il mercenario che aspetta il salario, la notte affannosa dell’insonne, stanco di aspettare fino all’alba!»
Questa prima domenica di febbraio, Giornata della vita, è davvero opportuna per rendere grazie a Dio e ai nostri genitori suoi collaboratori per questo dono, in un tempo nel quale una legge di aborto sembra cancellare il V comandamento, mentre assistiamo impotenti ad una vera strage di innocenti, non solo dove imperversa la guerra come in Ucraina e Terra Santa! Fa sempre notizia una foresta che brucia, non un albero che cresce, perciò pongo alla vostra attenzione per questa giornata della Vita l’isdraesliano Uriya e il palestinese Sameh, cantanti rap che per colmare il fossato che divide i due popoli in guerra, hanno progettato concerti dugry, che significa ‘essere onesti’ sia in arabo che in ebraico. Sempre per questa Giornata della vita, vi ricordo le madri e le mogli dei soldati russi che ogni giorno portano fiori sulla tomba del milite ignoto vicino al mura del Cremlino.
Da ultimo il coraggio di una ragazza israeliana di 18 anni che ha detto no al servizio di leva obbligatorio, con la minaccia di essere nel numero dei disertori. Ben venga la preghiera del salmo 146: «Risanaci, Signore, Dio della Vita».
padre Roberto Francavilla