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Oggi la Parola di Dio ci invita ad un ricco banchetto di nozze. L’alleanza tra Dio e il suo popolo è spesso significata da queste due immagini, le nozze e la tavola imbandita. Nozze, poiché Dio ama il suo popolo come uno sposo ama la sua sposa; banchetto perché è nella convivialità della tavola, nella condivisione del cibo, nel nutrimento non solo materiale ma anche spirituale, che viene dal condividere un pasto con i propri fratelli e le proprie sorelle, che si possono vedere i frutti di questa alleanza salvifica.
Non è un caso se il Signore ha scelto proprio un momento di agape per istituire il sacramento dell’Eucaristia e che le riunioni nel suo nome sono Banchetti simbolici ove egli è l’Ospite, la Mensa e il Cibo.
Il profeta Isaia in questo brano, che gli studiosi inseriscono nella così detta Apocalisse di Isaia, descrive in maniera particolareggiata la tavola preparata da Dio per il suo popolo: un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati (Is 25,6).
È un’immagine del Regno di Dio, della sua misericordia, della sua bellezza e bontà, ed è destinato a tutti i popoli della terra, poiché Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre distesa su tutte le nazioni (Is 25,7).
Ma per presentarsi a questa festa è necessario andare con la giusta disposizione d’animo. Non è bello andare a un compleanno e odiare il festeggiato, o a un matrimonio e volere il male degli sposi! Così non è corretto e non è saggio presentarsi alla festa che il Signore prepara per il suo popolo senza il vestito della festa!
Gesù, con l’immagine del vestito, senza il quale non è lecito presentarsi al banchetto di nozze del figlio del re, vuole indicare che è opportuno rispolverare e rindossare, quando ci si presenta davanti a Lui, l’abito splendente della fede ricevuta con il battesimo, rinfrescato e profumato delle opere che da quella fede devono scaturire.
don Marco Cantatore, diacono