Con la festa del battesimo di Gesù, è terminato il tempo di Natale, ora siamo entrati nel tempo ordinario che ci accompagnerà fino al 14 febbraio, mercoledì delle ceneri, inizio della grande Quaresima.
Questa domenica possiamo definirla “domenica della chiamata”, perché la Parola di Dio, dall’Antico e Nuovo testamento, ci presenta pagine di chiamata, da Samuele ai primi discepoli, pescatori del mare di Galilea.
Interessante il racconto del primo libro di Samuele, con il colloquio serrato tra il giovinetto e il suo maestro Eli, che comprendendo la chiamata del Signore suggerisce a Samuele: «quando ti chiamerà dirai: parla Signore perché il tuo servo ti ascolta.»
Il brano termina affermando: «Samuele crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò cadere a vuoto una sola delle sue parole.» Il capitolo primo del vangelo di Giovanni, dopo il prologo, narra la chiamata dei primi due discepoli.
Giovanni Battista indica loro il Cristo come agnello di Dio. Segue una serie di domande del maestro e dei discepoli: che cosa cercate? Rabbì dove dimori ?
La risposta è quanto mai impegnativa: «venite e vedrete».
La Chiesa d’Oriente considera Andrea il primo chiamato (protocletos), egli conduce suo fratello Pietro da Gesù. Il maestro fissando lo sguardo su di lui, gli cambiò il nome: «tu sei Simone figlio di Giovanni, sarai chiamato Cefa che significa Pietro».
Davvero ogni chiamata del Signore è una sorpresa che cambia non solo il nome ma la vita!
All’inizio dell’anno 2024 non c’è augurio migliore di questo: poter incontrare il Signore non solo nel tempio costruito dalle mani dell’uomo, ma come ci esorta l’apostolo Paolo nella lettera ai corinti: «il vostro corpo è tempio dello Spirito, non appartenete più a voi stessi, siete stati comprati a caro prezzo, grorificate Dio nel vostro corpo».
Chiediamo al Padre di infondere in noi lo spirito dell’Amore, perché saziati dall’unico pane forniamo un solo corpo.
Padre Roberto Francavilla, frate minore cappuccino