Dal sogno al segno… adolescenti guidati dalla figura di S. Francesco

Dal 18 al 21 luglio, oltre 200 adolescenti hanno riempito di vita, relazioni, riflessioni e preghiera il Convento SS. Crocifisso dei Frati Minori Cappuccini di Giovinazzo per il Convegno nazionale degli adolescenti, promosso dalla Gioventù Francescana (GiFra).

Accompagnati dal reliquiario di S. Rosa, patrona della Gioventù Francescana, i partecipanti di età compresa fra i 14 e i 17 anni circa, provenienti da diverse zone d’Italia, alcuni partiti in gruppo e altri soli, hanno avuto modo di confrontarsi con il senso di incomprensione e inadeguatezza provato da S. Francesco prima del dono delle stimmate.

Il tema del Convegno Dal sogno al segno ha invitato i partecipanti ad approfondire nel concreto il sogno del poverello di Assisi. Quello di «amare l’amore che non era amato, quindi Gesù», come ha spiegato fra Gianpiero Ritrovato – assistente spirituale nazionale OFM Cappuccini, per gli adolescenti – «e così ha ricevuto le stimmate, come sigillo». L’invito e la speranza rivolti a questi Gifrini è che attraverso le giornate trascorse insieme, con poche e semplici regole di buona convivenza e rispetto reciproco, di conoscenza degli altri e di se stessi, possano vivere pienamente la loro umanità e diventare «buone donne e buoni uomini e, magari, buoni cristiani». Non si può sapere con precisione cosa inneschino nei cuori questi appuntamenti di formazione, aggregazione e spiritualità, però se ne potrà avere una risonanza negli incontri tra consiglieri, a livello regionale. Nel frattempo, si prova a seminare e a offrire ai ragazzi opportunità di condivisione, dato che spesso il dialogo è scarso anche in famiglia e fuori dai contesti delle fraternità – dice con concretezza fra Gianpiero.

Diversi degli adolescenti presenti in questi giorni hanno scelto di partecipare per fare nuove amicizie, alcuni motivati dall’esperienza di altri coetanei o animatori. Lorenzo, 16 anni, “gioca in casa”, è di Giovinazzo, ha già partecipato al Convegno degli Araldini quando era più piccolo e vede in questi appuntamenti l’occasione per approfondire la conoscenza di se stesso ed entrare in relazione con gli altri, anche perché «ci sono persone disponibili. Quando sono in difficoltà c’è sempre un fratello che mi aiuta».

Anche Vittorio ha 16 anni e viene da Caravita (Campania), è la prima volta che partecipa e ha desiderio di fare nuove amicizie, si fa scivolare addosso i commenti giudicanti di chi fa altre scelte nella vita.

Giorgia, 18 anni, da Soleto, è tornata dopo l’esperienza dell’anno scorso, che le ha permesso di aprirsi un po’ e iniziare a superare la sua timidezza. «Ci sono tante attività nuove, ci si mette in gioco insieme agli altri. Oltre alla preghiera c’è tanto altro, anche crescita personale» e questo le permette di avere più fiducia negli altri e più sicurezza di sé, perché al di là della fraternità i rapporti con i coetanei “esterni” non sono sempre facili.

Unico dal Lazio, Jacopo, 17 anni, è partito su sollecitazione di un’amica che ha vissuto in precedenza questa esperienza e gliel’ha fortemente consigliata. Gifrino da solo un anno, confida di sentirsi anche più spinto a socializzare e sarà per lui anche un’occasione per conoscersi meglio interiormente, dal momento che proviene da una famiglia atea e sta cercando una percezione nuova di se stesso.

Andrea ha 30 anni, è animatore – anche lui unico dal Veneto (dice sorridendo, ndr) – ed è prossimo al matrimonio. Il suo percorso, durante il quale ha conosciuto la futura sposa, lo ha sostenuto per questo progetto di vita insieme. Avendo vissuto la realtà francescana da adolescente, come animato che ha ricevuto tanto ha scelto poi di animare, quasi per restituire quella gioia sperimentata e vissuta ed essere testimone, proprio perché ha conosciuto qualcosa di bello.

Dalla Toscana, Caterina, 23 anni, è alla sua prima esperienza come animatrice, motivata dall’intenzione di accompagnare i ragazzi che le sono affidati nel gruppo nel percorso in fraternità e dalla volontà di incoraggiarli a confrontarsi con una realtà più grande e variegata, «per approfondire dimensioni che di solito non si esplorano e “buttarsi” nelle relazioni a tu per tu, perché è bello ritrovarsi per uno scopo comune».

Il tema scelto per questo Convegno è il confronto di S. Francesco con il senso di incomprensione da parte dei fratelli dell’Ordine, dopo la stesura della Regola, di impotenza e insicurezza rispetto alla volontà del Signore. Il poverello di Assisi, due anni prima di morire e di ricevere le stimmate – suggello dell’amore di Dio – entra in crisi, perché non capisce precisamente cosa Dio gli stia chiedendo e ha dubbi che il suo agire sia corretto. Allo stesso modo, gli adolescenti attuali vivono spesso momenti di incomprensioni, litigi, distanze, tanto dai pari quanto dalle figure genitoriali o educative.

L’incomprensione, ha spiegato la dott.ssa Anna Grieco, psicologa e psicoterapeuta, intervenuta per uno dei momenti di formazione, è verso se stessi, verso gli altri e verso Dio. E poi ha incoraggiato i ragazzi a provare a guardare il problema o la questione anche dalla prospettiva dell’altro, a cercare un dialogo laddove possibile, ad ascoltare se stessi anzitutto per aver chiari i propri bisogni e le proprie fragilità e comprendere a poco a poco anche lo scopo della propria vita, il senso esclusivo della propria vocazione. in questo i Gifrini sono stati aiutati anche da fra Antonio Monaco, assistente spirituale nazionale OFM Cappuccini, per gli adolescenti, e counselor.

dott.ssa Anna Grieco, psicologa e psicoterapeuta

Oltre ai momenti formativi, ci sono stati altri più itineranti ed esperienziali, come la caccia al tesoro a Parco Scianatico, l’attività di “evangelizzazione” per alcune strade di Giovinazzo, la visita al Santuario della Madonna dello Sterpeto e la sosta a Trani.

Tra attività, momenti di adorazione, condivisione e conoscenza, questo appuntamento formativo è stato per molti una vera e propria occasione di esplorazione di se stessi e degli altri, i frutti si vedranno col tempo e i sogni e i desideri di questi adolescenti potranno, con la giusta cura, diventare segni, come è accaduto a S. Francesco.

Susanna M. de Candia