Viaggiare insieme

La capacità di socializzare è davvero un dono speciale. Ne ha molta Daniela, che ogni giorno prende il treno per andare in università.
Quando sei in treno e ti guardi intorno a volte percepisci una sensazione strana: sei insieme a tante altre persone (a volte troppe quando negli orari di punta i vagoni sono pieni all’inverosimile) ma non hai relazione con nessuna di esse. Assorti negli schermi dei cellulari, isolati dagli auricolari, come se non ci fosse nessuno attorno, centinaia di persone condividono solo esteriormente uno spazio senza cercare di interfacciarsi con l’altro. Ma non è sempre e solo così. Perché poi ci sono persone come Daniela, la quale sembra avere insita la capacità di tessere legami e intavolare discorsi.

L’altro giorno, ad esempio, era seduta in treno e con lei c’erano altre tre persone. Antoine ed Emma, due francesi, erano di fronte a lei e parlavano tra loro nella loro lingua. «Bonjour – comincia Daniela – Êtes-vous français?». I due la guardano un po’ sorpresi e un po’ curiosi, ma subito rispondono di sì. Poi le porgono una domanda, ma Daniela che con il francese non ha molta dimestichezza, continua la conversazione in inglese. Pochi minuti per cominciare a scoprire che si trattava di una coppia di sposi, oramai in pensione, che avevano deciso di fare un viaggio in Puglia. Da nord a sud, per conoscere le bellezze e la storia del nostro territorio. Battute, sorrisi, tentativi dei francesi di parlare italiano e di Daniela di abbozzare un po’ di francese. Comico il tutto, tanto da farli spesso scoppiare a ridere.

Matteo, che è seduto accanto a Daniela, nonostante stia con i suoi auricolari concentrato a seguire i video che scorrono sul suo cellulare, si accorge di quello che sta succedendo oltre il virtuale e, ogni tanto, comincia a guardare i suoi vicini di posto. Abbassa anche il volume dell’audio del telefono, per cercare di intuire cosa si stiano dicendo di tanto divertente degli sconosciuti. La prima, la seconda, la terza volta che alza lo sguardo nota Daniela che ricambia il suo sguardo, quasi che sia pronta a dirgli qualcosa. E così, anche se Matteo non ha ancora tolto gli auricolari, Daniela non si fa sfuggire l’occasione, appena rialza lo sguardo, di dirgli: «Tu cosa studi?». Non la sente, ma le legge il labiale e così, almeno per buon costume, Matteo decide di togliersi gli auricolari e comincia a parlare.

Antoine ed Emma, sciolto ormai l’imbarazzo, si rivolgono anche a Matteo e tutti e quattro cominciano a parlare delle loro città, del desiderio di fare un viaggio in Francia e, non poteva mancare, del cibo che si mangia in Puglia.
Qualcuno dalle altre sedute del vagone inizia a guardare verso questo quartetto che sta animando l’intero viaggio, qualcuno sorride, qualcun’altro ascolta incuriosito.

Intanto scorrono dietro il finestrino le varie stazioni, campagne, ulivi, in fondo un mare più azzurro del solito e giunge il momento di scendere.
Antoine ed Emma sono solari e salutano cordialmente i due giovani, Daniela e Matteo, i quali hanno scoperto di abitare nella stessa città.

«Sai – dice Daniela prima di salutarlo – per questo mi piace viaggiare in treno, perché quando arrivi alla meta non sei più solo. Ogni giorno mi sento di tornare a casa più ricca di vita». Matteo, sciolto l’imbarazzo, aggiunge «Dopo quest’oggi devo darti ragione. Sai quante partite sul mio cellulare ho giocato ogni giorno in treno? Ma non mi sono mai divertito come oggi! Torno a casa anche io più ricco».

La vita è come il viaggio di quel treno, diventa monotono e noioso perché si ripete sempre uguale ogni giorno, ma se ti accorgi degli altri e cominci a vivere di relazioni, ogni giorno ti sembrerà una vita nuova, se esci dalle tue cose e ascolti la vita di chi ti sta accanto la tua vita si moltiplica. Non è questo ciò che ha fatto anche Nostro Signore, camminando e ascoltando, nella condivisione e nella fraternità?

don Giuseppe Germinario, direttore