leggi le letture della domenica
In questo brano Gesù viene cercato dalla folla, quasi stizzita per non averlo più trovato e Gesù sa bene che il loro interesse è strumentale: si sono saziati con i pani ricevuti, cercano Lui come dispensatore di cibo materiale. Non comprendono che il gesto da Lui compiuto è un invito a farsi dono loro stessi. Se riceviamo, possiamo offrire agli altri. E quando Gesù li esorta a darsi da fare «per il cibo che rimane per la vita eterna» qualcuno chiede come compiere le opere di Dio.
E Gesù risponde così semplicemente: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Eppure, questa dinamica non è chiara per chi lo ascolta in quel momento. Magari la folla può obbedire, può rispettare le leggi, può comprendere la durezza o la correttezza di certi provvedimenti, ma non sa ancora cosa significa credere all’Amore di Dio, che non ha condizioni ed è libero da condizionamenti, è un andare oltre i soli bisogni, è un impegnarsi al di là delle necessità pratiche o fisiologiche o materiali che caratterizzano la vita, è un “gettarsi avanti” per la vita eterna.
E se la folla conosce le Scritture e i segni con cui riconoscere il Signore, non ha ancora compreso che il pane di cui Gesù parla non è quello materiale, ma è nutrimento spirituale, che dà forza contro le avversità, che dà speranza nelle difficoltà, che toglie l’avidità e la fame continua di possesso o ricchezza.
Ogni cristiano può nutrirsi dell’Amore del Cielo.