Dopo aver celebrato le grandi solennità dell’anno – Natale, la Pasqua e la Pentecoste -, eccoci ad una domenica per la “foto di gruppo”: la SS. Trinità.
In verità, non passa giorno per un cristiano senza sentirsi sotto questo segno di salvezza, come recita il Deuteronomio nel discorso di Mosè al popolo: «sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore, che il signore è Dio lassù nel cielo e quaggiù sulla terra, non v’è né altro».
Non siamo sotto il segno dell’oroscopo ma sotto quello della Trinità. Fummo segnati nel santo battesimo, come ci ricorda l’apostolo Paolo nella Lettera ai Romani: «voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura ma avete ricevuto lo spirito di figli per il quale gridiamo “Abbà, Padre!”».
Vi confesso che negli anni di studio della teologia, il trattato de Trinitate con relativo esame faceva impressione, come per l’esame di matematica! Il nostro professore di dommatica p. Angelico da Montescaglioso, ci mise tra le mani un piccolo libretto del gesuita p. Danielou, dal titolo La Trinità in noi, si aprì il cielo e quasi vedevamo la Trinità all’opera per inviarci sulle strade del mondo, «andate dunque e fate discepoli tutti i popoli battezandoli nel nome del Padre e del figlio e dello Spirito Santo. […] Ecco sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.»
Ci vuole il cuore e la fede di Francesco d’Assisi, vicino a morire quasi cieco per il molto lacrimare la passione di Gesù: «canta altissimo onnipotente bon Signore, tue sono le laudi la gloria, l’onore et onne benedizioni».
Vi invito per questa domenica a dire l’antica preghiera imparata da piccoli bambini dai nostri nonni: «Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, come era in principio ora e sempre, nei secoli dei secoi dei secoli. Amen!»
padre Roberto Francavilla