Questo numero di Luce e Vita sembra quasi uno speciale sulla Chiesa. Uno speciale sulla vita della nostra comunità diocesana in diverse delle sue multiformi sfaccettature.
Anzitutto Chiesa in comunione con il successore di San Pietro. Si è recentemente svolta la visita ad limina da parte dei Vescovi di Puglia. Essa è l’occasione in primo luogo per rinnovare e rafforzare l’unità con il Santo Padre, Papa Francesco, ma anche con la Chiesa universale, in particolare nelle visite che i Vescovi fanno ad alcuni Dicasteri della Curia romana. Il bello di essere Chiesa sta proprio in questo: aprirsi all’orizzonte dell’universalità. La fecondità spirituale e pastorale si alimenta con la relazione e con l’apertura, che porta conoscenza e reciproco scambio. Ma la visita ad limina è anche una conferma, un incoraggiamento: continuiamo a camminare e, nel cammino, non siamo soli. Continuiamo a credere, ad amare, a testimoniare, ad annunciare, non isolatamente, ma come strumenti diversi ma accordati per suonare l’unica melodia dell’amore.
Questo cammino si rende concreto nelle varie attività diocesane e parrocchiali della nostra Chiesa. Dalle confraternite alle associazioni, dall’impegno sociale alla grande attività della Caritas. È davvero una sinfonia di Vangelo quella che viene raccontata in queste pagine.
Mentre alcuni tendono solo a lamentarsi o a cedere al disfattismo, continuano a venir fuori germogli di speranza. Il lavoro silenzioso e umile di tanti sacerdoti e laici nelle quattro città della nostra Diocesi è un seme, forse piccolo per alcuni, ma un seme di vita. Ogni settimana si susseguono nel nostro giornale racconti e immagini di questi semi di vita cristiana che nel nostro territorio segnano la voglia di continuare a impegnarsi per il Signore.
Alla passione e all’impegno, in queste pagine, si aggiunge anche la bellezza della poesia e della scrittura. La poesia nasce sempre dalla vita per giungere al cuore. Le poesie che trovate in questo numero nascono dalla vita cristiana vissuta con amore e toccano le corde del nostro cuore con la bellezza dell’uso della parola. La poesia ci insegna che la parola può accarezzare e consolare, deliziare e sollevare. Lungi dalle parole che distruggono e feriscono, la poesia è sempre uno strumento di pace. E così, un Chiesa carica di bellezza è una Chiesa carica di pace, che con la dolcezza e l’armonia annuncia la fraternità e la carità.
Tutta questa efflorescenza ecclesiale trova la sua fonte e la sua energia nella fede in Cristo, vero Dio che dona grazia e carità, vero uomo che condivide le difficoltà e le gioie semplici della vita quotidiana. Cristo apre i nostri passi verso la vita divina, ci introduce alla contemplazione della Trinità, mistero di amore e comunione eterna. Battezzati nel nome della Trinità, camminiamo alla luce dell’amore trinitario, diretti al gaudio eterno nella stessa indivisibile Trinità.
don Giuseppe Germinario, direttore