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Con l’austero rito delle Ceneri siamo entrati nella grande Quaresima che ci prepara alla Pasqua. Quaresima: dal latino quadragesima, il numero 40 che ritorna più volte nella Sacra Scrittura, dalla Genesi nella storia del diluvio universale e nell’Esodo per il cammino di 40 anni nel deserto dalla schiavitù alla terra promessa. Gesù santificò questo tempo di 40 giorni con la preghiera e il digiuno. Ora è il momento favorevole, ora è il giorno della salvezza, ricorda l’apostolo Paolo. Dopo la tragedia del diluvio, Dio disse a Noè e ai suoi figli: «io stabilisco la mia alleanza con voi […], questo è il segno dell’alleanza […] pongo il mio arco sulle nubi…»
L’apostolo Pietro nella sua lettera riprende questo tema: «quando Dio nella sua magnanimità pazientava nei giorni di Noè mentre fabbricava l’arca» e quell’acqua è immagine del battesimo che salva anche noi.
Con Gesù condotto nel deserto dallo Spirito per essere tentato da Satana, abbiamo una storia antica da raccontare, ma anche una storia nuova da scrivere. L’evangelista Marco sottolinea la presenza degli angeli che lo servivano. Quindi come Gesù non siamo soli a combattere con Satana nel deserto della vita, c’è una presenza invisibile ma vera che ci sostiene.
Il maestro, superata la prova, va in Galilea predicando il vangelo di Dio: «il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino, convertitevi e credete nel vangelo». La Quaresima quindi è tempo di conversione e di penitenza non solo declinata al negativo con un albero di divieti dai molti rami! Ma in modo positivo: convertirsi cioè avere uno sguardo verso Dio, verso il prossimo e verso se stessi.
La liturgia di questo tempo si conclude con la benedizione sul popolo, perché cresca la sua speranza nella prova e sia rafforzato il suo vigore nella tentazione. Nella nuova formula del Padre nostro, che ormai preghiamo da tempo, invochiamo: non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Buon cammino quaresimale sino al traguardo della Pasqua.
padre Roberto Francavilla