Nell’esortazione apostolica di papa Francesco Gaudete et exsultate, pubblicata nel 2018, il pontefice ribadisce che la santità è una chiamata per tutti e la strada per diventare santi è quella delle beatitudini.
Si può diventare santi se ci si allena ad essere misericordiosi, se si ama l’altro nonostante le resistenze o le differenze. Nel mondo scomposto in cui ci troviamo, dove la vita umana sta perdendo la sua preziosità, è complicato mettersi sulla via della santità, fare esercizio di amore vero. Così come non è semplice trovare dei punti di riferimento, dei modelli esemplari da seguire e da cui lasciarsi ispirare.
È bene allora andare alla ricerca di figure di santità anche dei nostri giorni, informarsi, chiedere, conoscere, ascoltare storie di chi nella sua imperfezione prova a gettare un seme di bene. Nella Lettera agli Ebrei ci viene raccontato di Abramo, Sara, Mosè e altri, che con la loro vita imperfetta la loro vita hanno avuto la volontà di proseguire e per questo sono stati apprezzati dal Signore.
Nel terzo capitolo della sua esortazione, il papa mette al centro le Beatitudini, come esemplificazione della santità. Potremmo riprendere quel brano del Vangelo e cominciare di lì.
Nell’udienza del 6 ottobre 2022, in cui papa Francesco ha ricevuto i partecipanti al Convegno La santità oggi, promosso dal Dicastero delle Cause dei santi, ha detto che «la testimonianza di una condotta cristiana virtuosa, vissuta nell’oggi da tanti discepoli del Signore, è per tutti noi un invito a rispondere personalmente alla chiamata ad essere santi». Ognuno può essere santo come meglio gli viene, attraverso quei doni che il Signore ha fatto a ciascuno e che ciascuno decide di mettere a frutto, perché riconoscere di essere amati è già il primo passo verso la santità.