Comunicato Stampa del 14 luglio 2023
Grande è la confusione sotto il cielo del PNRR. Da mesi si parla di PNRR di bandi, di riformulazione di progetti ma la verità è che il PNRR continua ad essere una piano misterioso: siti istituzionali incompleti, dati che non coincidono, una trasparenza che viaggia su binari diversi e mai coincidenti. La denuncia arriva da Libera e Gruppo Abele che presentano la II Edizione del rapporto “Il PNRR ai raggi X” che fotografa l’attivazione e la conoscibilità dei progetti del PNNR. Il rapporto curato Progetto Common – Comunità monitoranti di Libera e Gruppo Abele in collaborazione con la rivista lavialibera è un monitoraggio civico che ha visto la partecipazione di 124 volontarie e volontari dei presidi territoriali di Libera.
Il rapporto parte dal presupposto che visto l’assenza e la carenza di dati a livello centrale come Libera e Gruppo Abele abbiamo monitorato e censito i progetti dal basso, chiedendo conto direttamente ai 109 comuni capoluoghi di provincia, in quanto soggetti attuatori di PNRR, nel momento in cui hanno certificato e messo a bilancio le risorse del Piano. Con la nostra metodologia è stato possibile mappare 1731 progetti per 92 dei 109 Comuni capoluogo di provincia” per una spesa totale di circa 6 miliardi di euro. Per 133 dei 1731 progetti mappati non è stato possibile individuare il CUP (codice unico di progetto) una sorta di “codice fiscale” dato essenziale per l’identificazione di un progetto. Confrontando il dataset di Libera con i dati sui progetti di PNRR rilasciato in Italia Domani (giugno 2023) c’è una gigantesca differenza che non si riesce a spiegare: 900 progetti dei 1598 mappati da Libera non sono presenti (o almeno non sono coincidenti) nel database istituzionale: una differenza per il 56%, ben oltre la metà.
I dati risultano ancora diversi se si va a incrociare il database di Libera con quello reso disponibile dall’Autorità anticorruzione (ANAC) . Di 1598 risultano 328 progetti mappati da Libera (il 21% di quelli verificabili) non presenti o almeno non coincidenti con questo database istituzionale al 05/06/2023 . Se proviamo a comparare il database di Libera con entrambi i database (Italia Domani e “ANAC/OpenBDAP sono 166 (10% di quelli del nostro database) i progetti (CUP) che esistono solamente nel nostro database.
In Puglia con la nostra metodologia è stato possibile mappare 145 progetti nei capoluogo di provincia per una spesa totale di circa circa 370 milioni di euro. Per 13 progetti non è stato possibile individuare il CUP. Confrontando il dataset di Libera con i dati sui progetti di PNRR rilasciato in Italia Domani (giugno 2023) in Puglia c’è una differenza che non si riesce a spiegare: 50 progetti dei 132 mappati da Libera non sono presenti (o almeno non sono coincidenti) nel database istituzionale: una differenza per il 38%.
Ai capoluoghi di provincia è stato chiesto attraverso la domanda di accesso civico “generalizzato” (cosiddetta FOIA, acronimo di Freedom Of Information Act) di fornire informazioni e dati circa la quantità di denaro speso per singolo progetto, l’origine di quel denaro (chi è il soggetto titolare) e l’obiettivo di ogni progetto. In Puglia hanno risposto positivamente inviando i documenti richiesti 5 su 8 capoluoghi di provincia (63%)
Davanti questa fotografia non ci sorprende se secondo una recente indagine di Demos per Libera il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) viene dipinto come un oggetto misterioso nella percezione delle cittadine e dei cittadini. Circa sette intervistati su dieci (68%) affermano di averne “nessuna” o “scarsa conoscenza”. Contestualmente, la stessa indagine mostra che è alta la preoccupazione che la grande mole di denaro impiegata in investimenti pubblici possa favorire infiltrazioni mafiose. Infatti, ben l’88% degli intervistati ritiene che il PNRR – per quanto avvolto in una nebbia di incertezza sulla sua reale natura – sia comunque a rischio di corruzione e infiltrazioni mafiose, presumibilmente al pari di ogni altra forma di investimento di risorse pubbliche in Italia.
“In Puglia – commenta Federica Bianchi, coreferente di Libera Puglia – considerando i dati dei soli capoluoghi di provincia, il quadro dei dati non ci permette di sapere dove il PNRR si stia concretizzando. Chiediamo trasparenza e inclusione nelle scelte e nella rendicontazione del PNRR a livello locale. Per capire davvero dove sia il PNRR, il rispetto dei principi della completezza e della certezza dei dati dovrebbe essere un’indispensabile premessa. Tuttavia, i risultati che presentiamo vanno nella direzione opposta e la trasparenza è ancora una chimera. Non possiamo perdere l’occasione del PNRR. Il cambiamento passa per la capacità dello Stato di garantire partecipazione e rendicontabilità.”
Cinque le questioni sollevate dal rapporto di Libera e Gruppo Abele al decisore nazionale e locale, rispetto al PNRR:
- Perché i dati da noi raccolti interpellando i Comuni non coincidono con quelli istituzionali? E che ne è dell’unicità del dato per i progetti di PNRR?
- Come facciamo a ricostruire la filiera informativa dei progetti di PNRR fin dalla fase decisionale, se vengono cambiati in corsa gli elementi tramite i quali poter confrontare i dati?
- Quando è prevista la pubblicazione del portale di PNRR fondato su “trasparenza, semplicità, immediatezza e personalizzazione”, per come promesso nel PNRR stesso?
- Perché questo duplice rilascio con tempistiche inusuali? E con quale frequenza saranno aggiornati i dati d’ora in avanti?
- Quanti e quali sono quindi i progetti di PNRR oggi attivi in Italia?
In seguito alla gran confusione e l’impossibilità di ottenere informazioni pulite e chiare in un clima politico insofferente a qualsiasi forma di controllo esterno, Libera e Gruppo Abele avanzano al Governo due proposte: istituire un portale unico nazionale che diffonda i dati aggiornati e trasparenti sul Piano; alle amministrazioni comunali di dotarsi di pagine specifiche per i progetti, così che non possano esserci dubbi sul come e il perchè un comune decida di utilizzare le risorse del Piano.
Come Libera e Gruppo Abele riteniamo che un buon modo per generare un modello di attuazione del PNRR che risulti più resistente all’infiltrazione corruttiva e dei clan è nella ricerca di risposte alle cinque domande che presentiamo in questo report, capaci di attivare un processo virtuoso che può e deve tradursi in soluzioni organizzative concrete da parte dei decisori, tanto a livello nazionale che locale
“In questi ultimi due anni – dichiara Francesca Rispoli, ufficio Presidenza di Libera – si è riscontrata una crescente difficoltà nell’attivare forme di monitoraggio civico del Piano, in ogni sua fase. La negazione di un reale processo di consultazione e co-progettazione, ha rappresentato soltanto il primo passo di un cammino che, a più riprese, ha formulato e attuato le corrispondenti politiche come espressione di processi decisionali centralizzati e autoreferenziali. Oltre alle mancate risposte dei Governi (i due precedenti e l’attuale) alle richieste di maggior trasparenza e coinvolgimento diffuso formulate dai soggetti civici, è andato maturando un clima di insofferenza verso ogni tipo di supervisione e controllo esterno, tanto quello diffuso, che quelli di carattere istituzionale. Il decisionismo forzoso dell’esecutivo, dettato dalla paura delle scadenze incombenti, pare voler rifuggire dai lacci e lacciuoli – e dunque anche dalle responsabilità – della trasparenza e della verificabilità.”
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