L’esperienza del cammino sinodale che la Chiesa sta vivendo dal 2021, vedrà la sua celebrazione a livello universale con l’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi che si svolgerà in due sessioni, distanziate tra loro di un anno: la prima dal 4 al 29 ottobre 2023, la seconda nell’ottobre 2024.
La prospettiva sinodale ha arricchito anche la riflessione nel campo delle comunicazioni sociali. Il tema scelto dal Santo Padre per il messaggio in occasione della 57.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, Parlare col cuore: Veritatem facientes in caritate (Ef 4,15), infatti, si pone in continuità con quello dell’anno appena concluso dal titolo Ascoltare con l’orecchio del cuore.
Insieme all’annuncio del tema, con una nota della Sala Stampa vaticana papa Francesco ha spiegato il motivo di tale scelta. «Parlare con il cuore significa “rendere ragione della speranza che è in noi” (cfr 1Pt 3,14-17) e farlo con mitezza, utilizzando il dono della comunicazione come un ponte e non come un muro. In un tempo contraddistinto – anche nella vita ecclesiale – da polarizzazioni e dibattiti esasperati che esacerbano gli animi, siamo invitati ad andare controcorrente».
Il messaggio verrà pubblicato il 24 gennaio, memoria di San Francesco di Sales, di cui quest’anno celebriamo la felice ricorrenza dei 400 anni della morte e il primo centenario della sua proclamazione a patrono dei giornalisti e degli operatori della cultura e della comunicazione.
Nell’enciclica Rerum omnium papa Pio XI ha indicato il santo vescovo francese come modello per «tutti quei cattolici, che con la pubblicazione o di giornali o di altri scritti illustrano, promuovono e difendono la cristiana dottrina», poiché nella sua vita attraverso la stampa di fogli affissi in giro, divenuti comunemente “manifesti”, riuscì a diffondere il messaggio cattolico in un periodo e in una terra dominata dal protestantesimo.
La comunicazione, all’ora come oggi, è strumento che aiuta la creazione di un’identità e offre la possibilità di una messa in comune di qualcosa che inizialmente è solo in noi stessi; quindi, saper comunicare bene diventa importante per la costruzione di processi di crescita e arricchimento. Nel messaggio per la giornata mondiale delle comunicazioni dell’anno scorso il Papa ci ha detto quanto sia importante saper ascoltare per instaurare una buona comunicazione. “La buona comunicazione, invece, non cerca di fare colpo sul pubblico con la battuta ad effetto, con lo scopo di ridicolizzare l’interlocutore, ma presta attenzione alle ragioni dell’altro e cerca di far cogliere la complessità della realtà. È triste quando, anche nella Chiesa, si formano schieramenti ideologici, l’ascolto scompare e lascia il posto a sterili contrapposizioni”. Nel dialogo con l’altro dobbiamo sempre stare attenti a non far diventare noi stessi il centro del discorso lasciando in secondo piano ciò che inizialmente era il cuore della comunicazione. La scelta di porre il messaggio di prossima pubblicazione in continuità con quello dello scorso anno, ci aiuta a riflettere su tale rischio, che si corre tanto nel reale che ne digitale.
Nella nostra Chiesa diocesana l’attenzione al tema dell’ascolto quest’anno si è concretizzata attraverso il consueto percorso laboratoriale, proposto dall’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali e rivolto a tutti gli animatori parrocchiali della cultura e della comunicazione. Figura, quest’ultima, che sempre più sta trovando la sua configurazione e il suo ruolo all’interno delle comunità parrocchiali. Sempre più diventa evidente come il mondo digitale sia terreno fertile nel quale, come comunità cattolica, dobbiamo impegnarci per diffondere la Buona Notizia. L’animatore, formato correttamente, diventa il ponte tra la comunità presente nella parrocchia e chi la vede attraverso uno schermo e che forse si accosta in quell’unico modo all’incontro con il Signore.
Consapevoli delle sfide che il futuro ci riserva iniziamo sin da oggi a impegnarci nella ricerca di una comunicazione sempre più evangelica che permetta di aprirsi al dialogo e non si chiuda in un monologo. Permettiamo a chi ci parla di esprimere il proprio punto di vista perché come ci dice Papa Francesco nella Fratelli tutti “L’autentico dialogo sociale presuppone la capacità di rispettare il punto di vista dell’altro, accettando la possibilità che contenga delle convinzioni o degli interessi legittimi. A partire dalla sua identità, l’altro ha qualcosa da dare ed è auspicabile che approfondisca ed esponga la sua posizione perché il dibattito pubblico sia ancora più completo”.
Nella comunicazione autentica abbiamo sempre da ricevere!
don Maurizio de Robertis, Ufficio per le comunicazioni sociali
Editoriale del n°4 di Luce e Vita di domenica 22 gennaio 2023
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