19^ Giornata di preghiera per il Creato

Spera e agisci con il creato. Le primizie della speranza(Rm 8,19-25)

La salvezza dell’uomo in Cristo è sicura speranza anche per tutto il creato. L’apostolo Paolo in Rm 8,19-25 parla di una schiavitù cui è sottoposta la creazione per la quale è incapace di fare ciò per cui è progettata. Si ritrova senza un significato e uno scopo duraturi; è soggetta alla dissoluzione e alla morte. Il nostro corpo, che partecipa di questa creazione, insieme con questa, nutre la speranza di essere liberato per la redenzione di Cristo. Nella speranza contempliamo il legame di solidarietà tra noi esseri umani e tutte le altre creature.

Cosa vuol dire sperare e agire con il creato? Vuol dire cogliere il legame che unisce noi con tutte le creature. Vuol dire ripensare al nostro potere cogliendone i suoi limiti. Il potere dell’uomo si è accresciuto molto negli ultimi decenni. Si pensi alla bomba atomica, ai tanti satelliti presenti nello spazio, all’intelligenza artificiale. Un potere incontrollato genera mostri e si ritorce contro noi stessi.

Il Messaggio del Papa per la 19^ Giornata del Creato evidenzia la necessità della fede per l’uomo. È la fede che spera. Nella speranza siamo salvati. D’altra parte, la fede non può non essere incarnata. Per questo il papa non solo dice: «Spera», ma aggiunge subito «agisci», come per saper entrare nella carne sofferente e speranzosa della gente, condividendo la speranza della resurrezione. È importante il rapporto tra la speranza e l’azione. Una speranza senza azione non diventa credibile, ma l’azione senza speranza è destinata a non avere futuro. Un’azione per e con la creazione in un atteggiamento di empatia che deriva dal fatto che facciamo parte del creato, ma siamo chiamati anche a ringraziare Dio e a orientare a Lui quello che siamo.

Il primo settembre e il Tempo del Creato che ne segue (1° settembre – 4 ottobre) è dedicato a innalzare la preghiera di supplica e di grazie al Dio creatore perché il creato sia custodito dalla sua distruzione e dalla sua rovina. Dio ci chiama in modi diversi a celebrare il Tempo del Creato con un respiro ecumenico.

Cosa ha fatto la Chiesa italiana per la cura del creato e cosa sta facendo oggi? Dopo le Assemblee ecumeniche di Basilea (1989) e di Graz (1997), nelle quali le chiese si impegnavano a prendere le misure necessarie per invertire l’attuale tendenza verso la distruzione ecologica e l’esaurimento delle risorse mondiali, e ristabilire le condizioni che rendono possibile una vita sostenibile per tutto il creato, si sono attivate giornate di studio (2001) sotto il motto: Custodia del creato, che ha fatto seguito al gruppo nato nel 1999 Responsabilità verso il creato. Dal 2006, il 1° settembre, si celebra la Giornata per il Creato promossa dalla Commissione episcopale per i Problemi sociali e il lavoro e dalla Commissione per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso con temi di estrema attualità come l’acqua, la sobrietà, la lode al Dio creatore. La 49^ Settimana Sociale dei cattolici italiani tenutasi a Taranto nel 2023 si è incentrata sul tema Il pianeta che speriamo: ambiente, lavoro, futuro. Tutto è connesso. Riprendendo la Laudato sì (2015), si è dato grande impulso alle comunità energetiche rinnovabili. Nel maggio scorso il Tavolo tecnico sulle Comunità Energetiche Rinnovabili della CEI ha pubblicato un Vademecum con elementi etici, tecnici, economico-giuridici che riguardano gli enti religiosi.

Collegata con la questione ecologica è la Giornata del Ringraziamento, con tutto il mondo agricolo, che cade la seconda domenica di novembre. La Giornata del Mare la seconda domenica di luglio per sensibilizzare i marittimi e i lavoratori del settore sulle questioni in gioco oggi nella pesca, come la cura del mare nel tempo del cambiamento climatico.     

Ciascun credente senta rivolto a sè il grido che sale oggi dalla creazione nelle sue diverse componenti per agire di conseguenza.

don Giovanni De Nicolo